«Il blocco è ingiusto» «Ma è difficile seguire le lezioni dalle scale»
«Hanno tolto il test d’ingresso, per fortuna». «Ma serve una selezione, in aula siamo troppi». Il giorno dopo la decisione del Tar che boccia il numero chiuso alle facoltà umanistiche della Statale, tra i chiostri di via Festa del Perdono non si parla d’altro. Nei corridoi della vecchia Ca’ Granda dei milanesi girano pochi universitari in questi ultimi scampoli d’estate, ma la notizia ha raggiunto chi è ancora in vacanza grazie al tam tam su Internet. Si riaccende così il dibattito partito a maggio, quando l’ateneo ha votato per limitare le iscrizioni ai corsi di studi umanistici, finora ad accesso libero.
«I professori avevano già le prove pronte, ora non sanno che fare», commenta Simone Clericuzio, 25enne che frequenta la Magistrale di Storia, pensando ai test previsti per la prossima settimana. «Non sono del tutto contrario a una selezione — continua —. Il rapporto tra numero di docenti e di iscritti è importante, sarebbe bello poter avere un dialogo personale ma ora è difficile». Accanto a lui, Ilaria Mancini, 22 anni, aggiunge: «A Lettere siamo tantissimi, ma non penso che il numero chiuso sia la giusta soluzione, si potrebbero trovare altri criteri». Esulta per il no del Tar invece Caterina Barone, «filosofa» che nei mesi scorsi ha protestato attivamente contro la limitazione degli accessi. «È una questione morale — dice —. Un’università pubblica deve garantire a tutti il diritto allo studio. E cosa dovrebbero chiedere poi al test d’ingresso? Io stessa che ora frequento le lezioni forse non lo avrei superato». La studentessa ricorda poi l’appoggio di molti docenti alla causa.
Di diverso parere alcuni iscritti a Beni culturali. Arianna Gattoni, 22 anni, spiega che «è complicato seguire le lezioni seduti sulle scale, senza nemmeno vedere la lavagna o le slide proiettate», ma non è sicura che una prova di cultura generale sia la giusta soluzione per stringere le maglie. «Serve limitare il numero di studenti — commenta Francesco Ponti, 23 anni —. Non so se sia un bene che il test sia stato bocciato». E suggerisce la possibilità di un colloquio preliminare per verificare l’interesse delle matricole.
Accanto alla discussione sul pronunciamento del Tar, si fanno largo in Statale le preoccupazioni per lo sciopero proclamato dai docenti universitari per chiedere il ripristino degli scatti di stipendio. Ieri i primi appelli sono filati quasi tutti lisci (ne sono saltati solo quattro su 216), ma gli studenti temono per la prossima settimana. «C’è una lista con i nomi di chi aderisce — dice Irene Barbotti, al primo anno di Filosofia —, ma non è facile orientarsi. E qualcuno potrebbe aggiungersi all’ultimo».