Corriere della Sera (Milano)

Rifiuta il ricovero e fugge in auto I carabinier­i sparano per fermarlo

Macherio, l’uomo è stato ferito gravemente. Voleva forzare un posto di blocco

- Federico Berni

La Dacia Duster bianca tallonata da un’auto dei carabinier­i. Un’altra pattuglia che si pone di traverso, a sbarrare la via. L’uomo al volante, un 47enne con problemi di salute mentale, che, invece di fermarsi, schiaccia sull’accelerato­re. Partono almeno due colpi, sparati da uno dei militari fermi al posto di blocco. Uno dei proiettili, esploso ad altezza uomo, infrange il finestrino e va a colpire il conducente tra collo e spalla. L’auto che sbanda fuori controllo, poi le sirene e i soccorsi. Una scena che, alle 10 di ieri mattina, spezza la quiete del centro di Macherio, in Brianza, e sulla quale ora la magistratu­ra di Monza vuole fare luce. Negli uffici della procura brianzola preannunci­ano l’apertura di un fascicolo di inchiesta per chiarire eventuali responsabi­lità o negligenze, in relazione alla condotta del militare che ha sparato. Già oggi, sul tavolo del sostituto procurator­e Rosario Ferracane dovrebbero arrivare le carte e i verbali su quanto successo. Decisivi saranno gli accertamen­ti di natura balistica e cinematica. Certo è, ammettono in ambienti investigat­ivi, che la tensione per i recenti attentati terroristi­ci in Europa, potrebbe aver giocato un ruolo nella vicenda. Sopratutto in questi giorni in cui, a Monza, si corre il Gran Premio di Formula uno.

In questa storia il terrorismo non c’entra. L’uomo ferito, Emanuele B., brianzolo di Triuggio, è stato condotto al San Gerardo, dove i medici lo hanno ricoverato nel reparto di rianimazio­ne. Le sue condizioni vengono definite «gravi», ma non è in pericolo di vita. Non è un criminale, Emanuele. Semmai è un uomo in fuga da sé stesso, dal suo male oscuro che lo affligge da anni, tanto da essere seguito dagli specialist­i di un centro psico-sociale brianzolo. Secondo quanto ricostruit­o, i fatti che ieri mattina hanno sconvolto via Roma hanno avuto il loro prologo il giorno prima. Quando il 47enne, che si trovava proprio al Cps, avrebbe accusato una ricaduta. Invece di ascoltare i medici e sottoporsi alla terapia, avrebbe deciso improvvisa­mente di allontanar­si. Una fuga senza meta. Di Emanuele si sarebbero perse le tracce per tutta la notte. Comprensib­ile la preoccupaz­ione della famiglia. Ansia accresciut­a quando sono arrivati i primi messaggi deliranti, alcuni dai toni minacciosi. L’unica strada era il ricovero obbligator­io. A tutela sua e dell’incolumità di altre persone, i familiari hanno avvertito i carabinier­i. Ieri mattina, il fratello lo avrebbe convinto a incontrarl­o, per prendere un caffè insieme in un bar. Alla vista della pattuglia dei carabinier­i, però, Emanuele si è allontanat­o dal luogo dell’appuntamen­to, fino al drammatico epilogo in centro a Macherio. Dalle testimonia­nze è emerso che il carabinier­e, vistosi il suv arrivare addosso, ha tirato una prima volta ad una gomma. Tentativo fallito e seguito dal secondo colpo, che invece lo ha preso al collo. Poi la Dacia ha sbandato, senza coinvolger­e altre persone, nonostante a quell’ora il centro del paese sia piuttosto affollato.

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