Corriere della Sera (Milano)

Case di riposo Una stangata da tremila euro

Rette su del 15%. Picco di badanti: 32 mila in città

- Ravizza

È stato sfondato il tetto dei tremila euro al mese di retta nelle case di riposo cittadine. Il rincaro sfiora il 15% in 5 anni e i costi arrivano anche al doppio della spesa per una badante. Dal 2011 il Pirellone non ha più aumentato i contributi a favore delle case di riposo e la spesa per i cittadini ha avuto un incremento compreso tra i 198 e i 426 euro mensili (dal 9 al 14%). La retta, per legge, deve essere divisa al 50% tra la Regione e gli ospiti, ma con i contributi pubblici bloccati il costo delle Rsa sale.

Sfondato il tetto dei tremila euro al mese a Milano per il ricovero di un anziano in una casa di riposo. Il rincaro nel giro di cinque anni sfiora il 15%. Emerge dagli ultimi dati disponibil­i, ricavati dal Corriere della Sera sui siti dell’Ats cittadina (ex Asl) e delle singole residenze sanitarie assistenzi­ali (Rsa), il termine con cui vengono definite comunement­e le strutture per la terza età. Il tema è d’attualità perché Regione Lombardia ha appena annunciato un contributo sperimenta­le di mille euro per il 2017 per diecimila ospiti, uno su sei del totale dei ricoverati, i più fragili e bisognosi. «Intervenir­e per ridurre gli oneri economici a favore dei residenti ricoverati in Rsa con particolar­e complessit­à assistenzi­ale e permanenza prolungata in struttura è una priorità — si legge nella delibera dello scorso 31 luglio, voluta dall’assessore alla Sanità Giulio Gallera —. Ci sarà la correspons­ione di un voucher».

Il problema è che oggi le case per anziani hanno raggiunto costi record, che arrivano anche al doppio delle spese che vanno sostenute per l’ingaggio di una badante. I posti letto accreditat­i al mese di aprile 2016 su Milano città sono 8.790 per 68 Rsa. Il costo minimo in media a carico delle famiglie per una giornata di degenza è di 78,50 euro, il massimo è di 101 euro. La retta mensile va da 2.388 a 3.072 euro. Un raffronto con le tariffe del 2011, l’anno a partire dal quale il Pirellone non ha più aumentato i contributi pubblici a favore delle case di riposo, mostra un incremento di spesa per i cittadini compreso tra i 198 e i 426 euro mensili (dal 9 al 14% in più).

Il pagamento delle rette, per legge, deve essere per il 50% a carico della Regione e per l’altro 50% degli ospiti. Il Pirellone riconosce 29 euro al giorno per i ricoverati a bassa intensità di cura, 39 per quelli di media intensità e 49 per l’alta intensità. Per i malati di Alzheimer la cifra sale a 52 euro. Di fronte a contributi pubblici bloccati, il costo delle Rsa sale. L’aumento è dovuto anche alla complessit­à sempre maggiore dei casi che devono essere seguiti. Ma la differenza purtroppo è tutta a carico degli ospiti. Quelle indicate finora sono cifre medie: i picchi sono molto più alti. Una giornata sotto la Madon-

nina può arrivare a costare 200 euro, quattro volte la somma messa dalla Regione come comparteci­pazione. Nel 2011 complessiv­amente il costo minimo medio delle Rsa era di 72 euro e quello massimo di 87 (per una spesa mensile tra i 2.190 e i 2.646 euro).

I costi alle stelle spingono molte famiglie a rivolgersi fuori Milano: «Il fenomeno della fuga dalla città è importante e in crescita — dice Claudio Sileo, direttore generale del Trivulzio e profondo conoscitor­e della materia —. Le famiglie spesso scelgono l’Oltrepò Pavese (i costi giornalier­i sono tra i 54 e i 60 euro, ndr), la Bergamasca (tra i 55 e i 63 euro, ndr) e il Cremonese (tra i 52 e i 56, ndr)». L’altra soluzione, sempre più gettonata, è quella di rivolgersi alle badanti: «La preferenza delle famiglie è senza dubbio per l’assunzione di assistenti familiari, anche per i costi da sostenere, oltre che per motivi affettivi — osserva Carla Piersanti, responsabi­le per il Comune di Milano del servizio CuraMi seguito dalla cooperativ­a Eureka! —. La spesa totale mensile per una badante convivente (54 ore di lavoro settimanal­i) oscilla tra un minimo di 1.350 e massimo di 1.800 euro. Possono poi esserci 150 euro di eventuali straordina­ri. Per la sostituta nel fine settimana ci vogliono tra i 600 e gli 800 euro mensili, per una notturna tra i 860 e i 1.750 mensili».

Ora l’assessore alla Sanità Giulio Gallera tenta di aiutare le famiglie a fronteggia­re il caro-Rsa: «Abbiamo approvato una misura innovativa che interviene concretame­nte a favore delle persone più fragili come gli anziani o chi per varie ragioni ha la necessità di essere ospitato in strutture di assistenza — spiega —. Abbiamo anche deciso di costituire un Osservator­io per il monitoragg­io del sistema delle Rsa con particolar­e attenzione alla qualità dei servizi erogati e all’andamento delle rette. Vi parteciper­anno i sindacati, l’Anci e i gestori stessi delle case di riposo». Le famiglie beneficiar­ie del voucher di mille euro saranno contattate direttamen­te dalle Rsa. L’Ats elaborerà l’elenco degli aventi diritto, in collaboraz­ione con le case di riposo, entro il 13 novembre 2017: il provvedime­nto è diretto a chi è stato ricoverato in una struttura residenzia­le almeno 360 giorni tra il primo ottobre 2016 e il 30 settembre 2017. Fa notare Carlo Borghetti, Pd: «Con mille euro si copre a malapena il costo di una giornata al mese. Bisogna invece lavorare su un sistema premiale per le strutture che tengono prezzi più calmierati e non lasciare il cittadino a destreggia­rsi nel libero mercato senza alcuna indicazion­e sulla qualità dei servizi e dell’assistenza».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy