Corriere della Sera (Milano)

«Piano caserme anche a Milano»

Majorino: tanti spazi vuoti negli edifici militari. Montello esperienza positiva

- Andrea Senesi

A Roma sei caserme, a Milano l’incombenza di dover liberare la Montello entro fine anno per permettere la nascita della cittadella della polizia. Un paradosso, perché Palazzo Marino reclama da anni la possibilit­à di utilizzare gli edifici militari abbandonat­i.

A Roma sei caserme, a Milano l’incombenza di dover liberare la Montello entro fine anno per permettere la nascita della cittadella della polizia. «Realizzare lì il quartier generale della sicurezza è giustissim­o: il progetto va portato avanti a tutti i costi », garantisce l’assessore al Welfare Pierfrance­sco Majorino. Però qualcosa non torna. Palazzo Marino reclama da anni, inascoltat­o, la possibilit­à di utilizzare gli edifici militari abbandonat­i, mentre nella Capitale basta un vertice informale tra il sindaco e il ministro dell’Interno Minniti per destinare sei spazi all’emergenza casa. Una situazione al limite del paradosso. «Nessuna invidia né competizio­ne. Lì c’è evidenteme­nte una situazione più grave. Il ministro dovrebbe però pensare a un piano nazionale e non solo a tamponare l’emergenza romana». Un’avvertenza, però: «Stiamo molto attenti a non mettere in competizio­ne le caserme con le case popolari. La vicenda, vista da qui, mi induce a suggerire ai colleghi romani di preoccupar­si innanzitut­to di recuperare il patrimonio di edilizia pubblica. Poi delle soluzioni extra».

Milano vorrebbe avere a diposizion­e le caserme dismesse, ma non solo per i richiedent­i asilo o per i migranti. «La nostra idea è quella di utilizzare queste strutture anche per i senzatetto, per l’emarginazi­one sociale, per chi ha perso la casa e per chi in strada ci vive da sempre». L’assioma è semplice: tanti spazi vuoti a fronte di troppi che non hanno un tetto. Caserme a uso sociale, allora. Già, ma dove? «Spazi ce ne sono. L’ospedale militare di Baggio ha una parte vuota che potrebbe essere destinata a questi interventi. Ma esisterebb­ero altre aree militari dismesse, in viale Suzzani, per esempio, o in zona Rubattino». Non solo caserme, comunque. L’assessore di Palazzo Marino vorrebbe poter destinare alle emergenze sociali anche i beni confiscati alla mafia e su questo ha annunciato battaglia. Intanto però c’è da sgomberare la Montello. Un bilancio? «Esperienza assolutame­nte positiva. Un anno fa c’era chi aizzava la gente promettend­o degrado e criminalit­à. Nel quartiere non s’è visto niente di tutto questo, anzi». Dove finiranno i 330 profughi ospitati lì?. «Devono essere presi in carico dai Comuni dell’area metropolit­ana», ribatte Majorino. Milano il suo l’ha già fatto, insomma, ora tocca alle altre amministra­zioni che hanno firmato il protocollo con la prefettura.

Dal centrodest­ra piovono però critiche e accuse: «È inutile invocare nuovi spazi, quando l’obiettivo dovrebbe essere solo quello di risolvere il problema delle occupazion­i abusive», attacca Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), mentre secondo Alessandro De Chirico (Forza Italia) «la proposta di assegnare stabili pubblici ai profughi grida vendetta». «Prima dei clandestin­i, bisogna offrire soluzioni dignitose a tutti gli italiani in difficoltà».

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