DELPINI E L’ECOLOGIA DELLA CITTÀ
Non ha ancora formalmente preso possesso della Diocesi, ma uno dei primi gesti di monsignor Delpini fa capire perché papa Bergoglio l’ha voluto arcivescovo di Milano. Venerdì il presule s’è recato agli orti di via Padova, tenendo poi un’omelia in cui ha auspicato un «ambiente in cui vivere bene». Sempre venerdì l’Osservatore Romano rendeva noto il messaggio congiunto di Francesco e del Patriarca di Costantinopoli con un «appello urgente» ad ascoltare «il grido della terra», a vivere una responsabilità condivisa perché «venga risanato il creato ferito». L’anticipazione informale d’un programma pastorale che conosceremo nei dettagli quando Delpini farà l’ingresso ufficiale, il 24. Un’indicazione importante, che dà la chiave d’una visione del mondo, dell’impegno dei cristiani. Se lo spunto è la «salvaguardia» della creazione, il discorso va oltre la sensibilità ecologista: investe gli stili di vita. Spicca una concezione dell’uomo che produce in modi tipicamente ambrosiani, ma che si realizza come uomo se riflette. Per Delpini è importante «la capacità di fermarci durante il cammino, alzare gli occhi e contemplare il cielo». Orti e via Padova emblematicamente sono lo scenario d’una città vivibile se dà valore alle periferie e trova un senso ad abitarle, non solo se ne parla. La gente ha applaudito Delpini come «il primo vescovo che viene a visitare un orto». L’orto, metafora e laboratorio d’un contrasto «al deterioramento del pianeta che grava sulle persone più vulnerabili» (questo il proposito di Francesco e di Bartolomeo) che passa anche da Milano.