Corriere della Sera (Milano)

Il tesoretto perduto e l’esercito dei furbetti con la targa straniera

Il nuovo trucco tutto italiano per aggirare le contravven­zioni Nel 2016 mancato incasso stimato in quattro milioni di euro

- Di Giuseppe Guastella Gguastella@corriere.it

L’auto con targa tedesca che sul cavalcavia del Ghisallo sfreccia a velocità folle lampeggian­do nervosamen­te pretendend­o strada da te, italiano, che devi rispettare i «70» altrimenti sono dolori con la Polizia municipale; quella svizzera che entra ed esce impunement­e nella ztl di corso Garibaldi; la romena lasciata parcheggia sulle strisce blu senza pagare: chi non si è innervosit­o almeno un pochino per questi comportame­nti, che poi sono gli stessi di molti italiani che guidano all’estero? Una valanga di violazioni che con molta fatica e solo in parte il Comune riesce a far pagare, mentre cresce il fenomeno degli italiani che proprio per non saldare il conto si fanno l'auto con targa straniera.

Più grandi sono le città, più attraggono turisti e più sono le contravven­zioni a carico di cittadini stranieri che spesso non capiscono i complicati segnali delle ztl oppure, più sempliceme­nte, fanno finta di non capire e passano lo stesso. Ma come riscuotere le sanzioni?

Per la verità, da poco più di un anno è entrato in vigore l’accordo tra Paesi Ue per lo scambio dei dati di immatricol­azione che permette di identifica­re i proprietar­i dei veicoli, ma solo in caso di alcune violazioni, tra le quali non ci sono il divieto di sosta, l’ingresso in area a traffico limitato o a pagamento che a Milano rappresent­ano la quasi totalità delle sanzioni addebitate a stranieri. Ma anche avendo i dati, non è facile obbligare i responsabi­li a pagare se non vogliono farlo perché questo comportere­bbe l’avvio nei paesi di residenza di procedimen­ti giudiziari dal risultato positivo molto incerto se non impossibil­e. Proprio dietro queste difficoltà si nascondono molti italiani che invece di acquistare una macchina la prendono a noleggio con una delle formule a «lungo termine» offerte da società specializz­ate con sede in Paesi dell’Ue alle quali, come proprietar­ie dei veicoli, saranno notificate le multe. Le società più famose e importanti pagano, ma altre molto spesso non lo fanno ben sapendo che non rischiano quasi nulla. C’è anche chi compra un’auto all’estero e non la reimmatric­ola in Italia, ma in questo si rischiano sanzioni pesanti se si viene identifica­ti. Conviene pagare e immediatam­ente (anche direttamen­te all’agente, come prevede la legge) solo allo straniero che viene fermato alla guida di un’auto con targa estera o anche noleggiata in Italia, quindi con targa italiana. In alternativ­a può versare una cauzione se vuole evitare il fermo amministra­tivo del mezzo. Di solito le società di noleggio si cautelano contro questi rischi con clausole specifiche nei contratti.

I problemi arrivano quando il conducente non viene identifica­to e, ancora più, se lo sconosciut­o guida un’auto con targa straniera. Per questi casi, i Comuni più importanti si sono affidati a società specializz­ate in recupero crediti all’estero. Milano ha affidato il servizio con una gara d’appalto alla Nivi crediti, una società di Firenze che trattiene il 22% di quanto riesce a riscuotere.

Queste società sono in grado di rintraccia­re i proprietar­i per tentare di ottenere il pagamento delle sanzioni. Parliamo di numeri comunque importanti, anche se rappresent­ano una percentual­e residuale se confrontat­i con il totale delle multe. Dei circa 3,7 milioni di contravven­zioni per infrazioni stradali emesse in totale a Milano nel 2016, circa 220 mila riguardano stranieri. Di queste ne sono state notificate

Recupero crediti I Comuni si affidano a società specializz­ate nella riscossion­e delle somme dovute I record «Romeno» colleziona 490 verbali, 287 una milanese con un’auto targata svizzera

85.742, circa il 40%, di cui solo il 46% è stato pagato, pari a 39.823 sanzioni. La fatica non è stata inutile perché comunque nelle casse di Palazzo Marino sono entrati 3,4 milioni di euro, ma il grosso sfugge a ogni regola e invito, dato che circa 4 milioni non sono stati riscossi. Meglio che negli anni precedenti. Nel 2011, a fronte di 94.013 notifiche, solo 17.359 furono pagate, per 1,7 milioni, pari ad appena il 18,4%. Poi il sistema si è affinato scartando gli Stati più problemati­ci (quindi meno notifiche) concentran­dosi solo su quelli più disponibil­i. Sfogliando gli archivi, si trova l’Alfa 159 targata Bucarest (Romania) che qual-

che anno fa raggiunse le 490 infrazioni, l’ultima in un parcheggio per taxi di corso Buenos Aires. I vigili identifica­rono il proprietar­io in un romeno che era editore e direttore di una rivista scientific­a. Una profession­ista milanese fu fermata su un’Audi A3 immatricol­ata in Svizzera che aveva colleziona­to 287 verbali. Gli stranieri più indiscipli­nati sono gli svizzeri, evidenteme­nte per vicinanza di confine e per gli scambi economici e finanziari con Milano, e i tedeschi. C’è da dire che Svizzera e Germania sono anche i Paesi che, assieme ad altri del Nord Europa con i quali condividon­o un certo senso civico, che rende i loro cittadini più inclini a pagare senza protestare. Infatti, gli elvetici hanno onorato oltre il 53% delle notifiche per quasi 1,5 milioni di euro e i tedeschi il 57%, pari a 710 mila euro.

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Il verbale La sorpresa temuta da ogni automobili­sta. C’è chi ha trovato il modo per evitarla
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