Corriere della Sera (Milano)

«Spaccate» e piccone Il distributo­re più amato dai ladri

A Somaglia la pompa di benzina Tamoil ha subito diciannove razzie. Via di tutto, dai liquori alle sigarette

- Francesco Gastaldi

Dai ladri bambini ai furgoni lanciati a tutta velocità contro la sua vetrina, Fabio Tussi in diciotto anni di attività ne ha viste di tutti i colori. Alle luci dell’alba del primo settembre la sua pompa di benzina di Somaglia ha infatti subito il furto numero diciannove («e fin qui ho censito solo quelli più gravi: taccheggi e tentativi di scasso nemmeno li conto più», spiega). Un colpo peraltro infruttuos­o. I ladri hanno preso a picconate il retro del «Road 66» — stazione di rifornimen­to carburante Tamoil con annesso bar sulla strada fra Somaglia e Codogno — per aprire una breccia verso la cassaforte del locale. Invece dell’ufficio però hanno trovato un bagno e al posto del forziere c’era un water: una scena degna dei «Soliti Ignoti» di Monicelli. Eppure non si sono fermati: i ladri maldestri, incuranti dell’errore, hanno aperto un secondo buco a colpi di mazza e piccone, stavolta arrivando al locale giusto. Che però, purtroppo per loro, era protetto da un sistema di allarme che alla fine li ha costretti a darsela a gambe. «Negli anni ho trasformat­o il bar in una fortezza — allarga le braccia il titolare — fra telecamere interne ed esterne, vetri antisfonda­mento, sistemi d’allarme con fumogeni, ponte radio con la vigilanza privata. Eppure i malviventi continuano a venire qui».

Con i suoi diciannove colpi, tra furti e rapine, il Road 66 di Tussi ha ormai staccato tutti i suoi colleghi lodigiani. Nessun altro è finito quanto lui nel mirino dei ladri. Dai bambini che riuscivano a penetrare attraverso pertugi impossibil­i per poi razziargli le sigarette ai «manovali del crimine» che lanciavano auto-ariete contro le sue saracinesc­he per aprirsi un varco e arrivare alla cassa, dal Road 66 sono passati davvero in molti: «Vicino al locale ci sono purtroppo vie di fuga che i ladri consideran­o perfette, come autostrada e via Emilia — prosegue il proprietar­io —e a pochi metri ci sono campi di granturco in cui dopo i furti possono dileguarsi».

Venerdì mattina Fabio Tussi si è presentato nella stazione locale per sporgere l’ennesima denuncia ai carabinier­i: «Loro mi hanno risposto: ancora qui? Del resto i ladri mi avevano già visitato venti giorni prima — racconta —. In quel caso, poche ore dopo aver chiuso il locale per le ferie estive, è arrivata una banda a bordo di un furgone rubato a Milano. Hanno agganciato un cavo alla saracinesc­a tentando inutilment­e, per tre volt,e di strapparla via, poi l’hanno sfondata con il furgone lanciato a tutta velocità e hanno completato l’opera prendendo le vetrine a martellate. Ho visto tutta la scena ripresa dalle telecamere, ma erano camuffati con guanti e passamonta­gna. Non hanno trovato niente da rubare, ma io ho sborsato più di cinquemila euro per i danni».

In passato è stato rubato di tutto: banconote, monete, liquori, cibarie, slot machine,

sigarette, mobili, perfino i Gratta&Vinci. Quanti soldi ci ha rimesso tra danni e refurtiva Tussi preferisce non calcolarlo con precisione: «Decine di migliaia di euro, forse di più, ormai ho perso il conto. L’assicurazi­one ne rimborsa una parte, ma a furia di subire furti il premio sale». Il colpo peggiore? «Quando mi hanno svuotato l’accettator­e di banconote della pompa di benzina “self service”. Tanti soldi, ma hanno perfino aperto un lampione per avere una sorgente elettrica con cui alimentare il flessibile per tagliare la cassa della colonnina». Alla fine, obtorto collo, la prende con filosofia: «Alcuni sono bravi, quelli che invece sfondano le vetrate a colpi di piccone non li sopporto. In quasi vent’anni di attività sono quasi più i soldi che ho speso per sistemare i danni e dotare il locale di sistemi di sicurezza, che quelli persi in refurtiva. Ma per fortuna la voglia di lavorare non mi è ancora passata».

Come al cinema In un caso la banda ha bucato il muro ma invece della cassa ha trovato i bagni

 ??  ?? L’errore Al primo buco con il piccone è comparso il water, così i ladri l’altra notte hanno sfondato più in là (foto Gozzini)
L’errore Al primo buco con il piccone è comparso il water, così i ladri l’altra notte hanno sfondato più in là (foto Gozzini)
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L’ariete Con un’auto usata come ariete l’anno scorso è saltata la vetrina

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