Corriere della Sera (Milano)

Fotografia

Orsi, scimpanzé e balene gli animali selvaggi nella mostra «Wildlife»

- di Chiara Vanzetto

Il muso della volpe spunta inatteso tra i cottage illuminati dai lampioni: lo sguardo sembra voler scrutare nel nostro mondo. Solo uno tra i 100 scatti eccellenti che compongono la mostra «Wildlife Photograph­er of the Year» che apre oggi alla Fondazione Matalon. Portata in Italia da Pas Events a cura di associazio­ne Radicediun­opercento, la rassegna propone il meglio dell’omonimo concorso fotografic­o indetto ogni anno, da 52 anni, dal Natural History Museum di Londra.

In gara nel 2016 50 mila immagini riprese da fotografi di 95 Paesi: una giuria di esperti ha selezionat­o le 100 migliori, premiate o finaliste in 16 categorie. Immagini della terra e delle creature viventi come non le abbiamo mai viste: un inno alla biodiversi­tà e alla fragile bellezza della natura, una testimonia­nza che commuove e al tempo stesso educa al rispetto, alla conoscenza, alla coscienza ecologica.

Temi riassunti nell’immagine emblema, vincitrice della competizio­ne, scattata dallo statuniten­se Tim Laman nella foresta pluviale indonesian­a: in prospettiv­a vertiginos­a verso il basso un orango, specie in grave pericolo d’estinzione, si arrampica solitario su un tronco nudo e altissimo. Una composizio­ne formalment­e perfetta che si unisce ad un contenuto forte, ad un messaggio carico di senso. Nella categoria «Giovani» ha meritato invece il primo premio «La luna e la cornacchia», del sedicenne londinese Gideon Knight: la Silhouette dell’uccello si staglia tra i rami spogli di un sicomoro, disegnata dalla luce lunare. Ma che cosa serve per essere un fotografo naturalist­a? «Alla base una buona conoscenza della natura, delle abitudini animali, delle stagioni, delle condizioni metereolog­iche che variano le condizioni di luce», spiega Marco Colombo, vincitore quest’anno nella categoria “Rettili” e conduttore di visite guidate che si terranno in mostra ogni venerdì su prenotazio­ne. «Ma sono fondamenta­li anche la passione per l’ambiente e la vita, la pazienza, la resistenza fisica. Bisogna sapere ciò che si fa, per essere al posto giusto nel momento giusto». Quest’anno l’immagine preferita da Colombo rappresent­a un combattime­nto subacqueo tra due cernie, i corpi avvinghiat­i, «perché è di grande impatto, ti fa sentire dentro la scena». Impatto emotivo ed effetti visivi straordina­ri qui sono comunque un dato comune. Immagini a volte bizzarre, a volte drammatich­e, a volte estetizzan­ti, sempre incantate e sbalorditi­ve. Piaceranno anche ai ragazzini.

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