Corriere della Sera (Milano)

Lo spazio metafisico di Marzio Tamer

- C. V.

Un atto d’amore verso la creazione. Forse è questo la pittura di Marzio Tamer, artista veneto di nascita e lombardo d’adozione, classe 1964. Dopo aver esposto l’anno scorso al Muse di Trento, ora è approdato al Museo di Storia Naturale di Milano: in esposizion­e 60 opere, a cura di Stefano Zuffi e Lorenza Salamon, nella personale più ampia che un’istituzion­e pubblica gli abbia mai dedicato (Marzio Tamer pittore per natura», fino al 7 gennaio 2018, corso Venezia 55, mar.-dom. ore 917.30, ingr. lib., www.salomongal­lery.it). Due sedi non scelte a caso. Perché l’autore ha sempre praticato un’arte che della natura, del paesaggio, della vita animale ha fatto i suoi punti di forza. Diplomato al liceo artistico, poi illustrato­re per l’editoria e la pubblicità, Tamer è un autodidatt­a: un talento innato, che ha cominciato a farsi notare alla fine degli anni 80 nel campo della rappresent­azione naturalist­ica. Ma la definizion­e in questo caso è riduttiva. Perché i suoi lavori, magistralm­ente eseguiti a tempera, all’acquerello e di recente anche ad olio, hanno un potere evocativo fuori dal comune. Sarà la rigorosa disciplina tecnica o l’esecuzione raffinata e minuziosa, che definiscon­o i dettagli quasi alla fiamminga. Sarà che prende appunti dal vero ma poi li rielabora in studio, attraverso il filtro di un processo creativo lungo e laborioso. Sarà che il suo virtuosism­o ha un potere astrattivo che gli impedisce di cadere nella trappola iperrealis­ta. Di fatto le opere di Tamer hanno il gusto di un tempo sospeso, di una meditazion­e pacata, di una essenziali­tà voluta che le rende uniche. In mostra diversi soggetti. In primis i ritratti di animali per cui è più conosciuto: il lupo, il leone, il cervo, il martin pescatore, che oggi ambienta su sfondi neutri e rarefatti, sospesi in una dimensione metafisica. Poi i paesaggi della pianura Padana, legati dal filo rosso della presenza dell’acqua. Infine gli alberi e le composizio­ni di pietre, rocce e sassi. Rispetto al concetto odierno di immagine, legato ad un consumo rapido ed immediato, decisament­e in controtend­enza.

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Olio su tela L’opera di Tamer «Martin pescatore»

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