Corriere della Sera (Milano)

Mezzo secolo di rock sinfonico

Stasera al Dal Verme lo storico gruppo di musica progressiv­a Procul Harum

- Paolo Carnevale

Esattament­e mezzo secolo fa, nel 1967, una band inglese dedita al rock sinfonico colpì l’immaginari­o collettivo con un brano ispirato alla «Suite n.3» di Bach. Quel gruppo si chiamava Procol Harum, mentre la canzone si intitolava «A Whiter Shade of Pale», uno dei singoli più venduti di sempre. Un successo planetario, come i loro successivi «Homburg» e «Salty dog», preceduto in Italia dalla versione tradotta da Mogol intitolata «Senza luce» e interpreta­ta dai Dik Dik. Una hit che aprì all’era del progressiv­e. Questa band leggendari­a sta festeggian­do i 50 anni con un nuovo album, «Novum», e un tour che approda stasera al Dal Verme (via San Giovanni sul Muro 2, ore 21, 35/69). Unico superstite del nucleo originario è Gary Brooker, 72enne pianista e cantante dall’inconfondi­bile voce.

Poche band possono celebrare 50 anni di carriera. Qual è il vostro segreto?

«Siamo sempre stati fedeli a noi stessi e non abbiamo seguito le mode del momento. La longevità ce l’hanno data le nostre canzoni. L’entusiasmo invece ci viene dato dai fan, anche quelli più giovani, che ci stimolano a continuare»

Insomma, non vi sentite dei sopravviss­uti della grande epoca rock?

«Molte rockstar di quei tempi gloriosi sono scomparse a causa di abusi di droghe e alcol. Noi non siamo mai andati sul palco ubriachi»

Il vostro nuovo album «Novum», segna una nuova vita?

«Questa formazione suona insieme da più di dieci anni, cosi abbiamo pensato che era il momento di passare dal palco alla sala di registrazi­one».

Si può dire che siete stati gli inventori del progressiv­e?

«Certo che si può. Quando abbiamo iniziato il termine progressiv­e non esisteva ancora. Siamo stati i primi, insieme a Keith Emerson, ad avere l’intuizione di passare dalla forma canzone alla suite, contaminan­do la melodia con brani classici e timbri d’organo».

Com’è cambiata la musica dagli anni 60?

«Quel decennio è stato l’inizio di un’era che è finita. C’era molto entusiasmo, libertà, voglia di sperimenta­re. Tutte cose che ora non ci sono più».

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Pionieri I Procol Harum (al centro Gary Brooker) sono stati tra gli inventori del genere progressiv­e

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