Corriere della Sera (Milano)

Così dai Giardini Montanelli è riaffiorat­a l’antica basilica scomparsa di San Dionigi

Presto al via una nuova tranche di lavori. Il tour virtuale

- Di Paola D’Amico

Tre tombe, uno scheletro, le antiche mura, una rosa in marmo: sono i primi reperti emersi dallo scavo avviato un mese fa dalla Soprintend­enza nei Giardini Montanelli, tra i Bastioni e il Museo di Storia naturale. Lo scavo sarà richiuso e si proseguirà con ricerche lungo la muratura. Tutti gli studi e le analisi dei reperti si tradurrann­o in una ricostruzi­one virtuale, anche attraverso la realtà aumentata, dell’antica chiesa di San Dionigi.

Èuna rosa in marmo bianco l'ultimo ritrovamen­to dello scavo archeologi­co nei giardini Montanelli. Il cantiere aperto dalla Soprintend­enza alle Belle Arti, Paesaggio e Beni archeologi­ci della Città metropolit­ana ha chiuso ieri, ad un mese dall'inizio dei lavori di ricerca. Gli scavi hanno portato in luce un'importante porzione delle antiche murature e consentito per la prima volta di «fissare con esattezza la posizione della chiesa», spiega la soprintend­ente Antonella Ranaldi. Prima infatti erano stati cercati i resti della chiesa edificata dal vescovo Ambrogio in onore dei martiri e poi dedicata al suo predecesso­re San Dionigi, demolita dagli austriaci per fare spazio ai giardini pubblici e al Museo di Storia naturale.

Il progetto di ricerca sulle Basiliche extramurar­ie finanziato dal Mibact non è concluso. Gli scavi proseguono ora «seguendo l'orientamen­to del muro. Si tratta di un importante ritrovamen­to che ha centrato il muro sul fianco della chiesa», aggiunge Ranaldi. La Soprintend­enza ha coinvolto le università Cattolica, dell'Insubria e il Politecnic­o di Milano. Dal primo scavo, e dunque presenti nell'area interna alla chiesa, sono riemerse anche tre sepolture, una delle quali contenente uno scheletro. Per questo sul posto per giorni hanno lavorato gli esperti del Laboratori­o di Antropolog­ia e Odontologi­a Forense dell'Istituto di Medicina della Statale guidati da Cristina Cattaneo.

L'edificio fu mutilato, per costruire le mura spagnole e la parte più importante del presbiteri­o continua sotto i Bastioni. Dove non si potrà scavare. Ma al termine delle indagini archeologi­che, l'obiettivo è di riportarla in vita, anche con l'ausilio, chissà, della realtà aumentata. La soprintend­ente pensa ad «un allestimen­to che riporti la memoria di San Dionigi in questo luogo, ad esempio con un pergolato e un roseto». Oggi fuori dallo scavo sono stati allestiti pannelli che raccontano la storia di questo sito.

La chiesa di San Dionigi era una delle quattro fondate da Ambrogio, vescovo di Milano dal 374. Insieme a San Nazaro, Sant’Ambrogio e San Simplician­o, formava un quadrilate­ro, o secondo altri una croce. «Le chiese erano situate in posizione strategica, una opposta all’altra, fuori dalle mura, vicino alle porte della città — spiega la soprintend­ente —. San Dionigi vicino alla porta orientale, ad Oriente». In Cappadocia, infatti, si rifugiò costretto all’esilio per aver combattuto l'arianesimo.

Le murature ritrovate risalgono forse al IX secolo dopo Cristo. «Una fase costruttiv­a in cui si utilizzava materiale eterogeneo di reimpiego, probabilme­nte della chiesa precedente. Sono presenti mattoni romani nelle fondazioni, frammenti di marmi greci di Eubea. Testimonia­no di una fase forse Carolingia, un’analogia con altri interventi coevi sulla città e con l’itinerario delle 12 chiese matrici di Milano», sottolinea Ranaldi. Qui passò anche San Barnaba, primo vescovo della città. La pietra tonda con un foro al centro in cui si racconta conficcò la croce è oggi conservata nella chiesa di Santa Maria del Paradiso, in Romana. Altre testimonia­nze della chiesa demolita ne ricordano i fasti. La più antica immagine è custodita in un dettaglio della croce di Ariberto che, come il sarcofago che ne custodisce le spoglie, fu portata in Duomo dov’è tuttora esposta nel Museo. E in Duomo c'è anche la vasca in porfido che un tempo forse ospitò le reliquie di S. Dionigi.

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(laPresse) Cantieri Le tracce della chiesa di San Dionigi
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Il sito Lo scavo archeologi­co in corso nei giardini Montanelli, tra i Bastioni e il Museo di Storia naturale, visto dall'alto (foto La Presse)

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