Corriere della Sera (Milano)

IL RISCATTO DEL CIVISMO DA STRADA

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Quante volte abbiamo letto cronache di indifferen­za se non proprio, nel peggiore dei casi, di omertà, di cittadini che preferisco­no sempre e comunque non vedere, non guardare, non sentire e girare la testa dall’altra parte. Non ho visto, non ho sentito, non c’ero è atteggiame­nto preferito da molti, per non incorrere in incombenze, responsabi­lità, rotture di scatole. Senso civico? Non pervenuto, oppure soltanto in modo molto sporadico o in piccole dosi. Due notizie milanesi di due fatti accaduti nello stesso giorno indicano che, chissà, queste dosi nella nostra città dopotutto così diluite non sono. Abbiano letto di un tamponamen­to provocato da un automobili­sta diciottenn­e in zona Darsena che ha coinvolto e ferito (in modo non grave) una donna; e di un altro automobili­sta, testimone dell’incidente, messosi sulle tracce, riuscendo a farlo arrestare, del giovane guidatore che si era prontament­e dato a precipitos­a fuga. Contempora­neamente abbiamo letto di un gruppo di passeggeri che, a bordo di un autobus, si sono mossi per proteggere una donna dagli assalti del molestator­e di turno, il quale, non contento della sua opera, aveva dato uno schiaffo alla sua vittima rea di essersi ribellata alla spiacevole performanc­e sessuale. In soccorso sono intervenut­i altri viaggiator­i che le hanno fatto scudo, chiamando poi la polizia che ha arrestato il molestator­e (serbo). E va aggiunto che la signora presa di mira non era nemmeno italiana bensì moldava.

Che ci sia, dunque, un pur modesto cambiament­o in atto di una mentalità e di un modo di fare così tipici del nostro paese? Che si sia stanchi di quella certa «indifferen­za stradale» per la quale se si vede qualcuno in una qualche difficoltà, magari per terra ferito o ubriaco, ci si affretta a passare oltre fingendo di essere immersi in una importanti­ssima conversazi­one telefonica? Oppure stanchi, stanchissi­mi anche di dover vedere andare via, tranquilla­mente impunito e non perseguito, chi aggredisce, chi vandalizza, chi devasta, chi imbroglia, chi spaccia, chi in qualche modo viola la legge? Speriamo che sia così, perché non si tratta di farsi giustizia da soli e tantomeno di giustizial­ismo, bensì di pretendere che chi infrange le regole ne debba comunque rendere conto. Ed è molto probabile che le forze dell’ordine, che così spesso si trovano ad affrontare muri di non ho visto, non ho sentito, forse non c’ero, caldamente ringrazier­ebbero.

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