Corriere della Sera (Milano)

Il ponte su Brera fa già discutere

L’architetto Bellini pensava a una «camminata» all’aperto. Il direttore dell’Orto: tanti i vincoli

- Andreis

Esperti già divisi tra chi sostiene il progetto di una passerella in vetro per collegare la pinacoteca di Brera con Palazzo Citterio e chi, invece, dà un giudizio negativo. Attesa per il giudizio della Soprintend­enza.

L’ipotesi di un ponte coperto, di vetro, che «vola» sopra all’Orto botanico per collegare la Pinacoteca di Brera con Palazzo Citterio accende la discussion­e, in attesa che si pronunci la Soprintend­enza. «Un corridoio sopraeleva­to sullo storico giardino potrebbe essere un errore. Quel verde ha un valore urbano inestimabi­le e solo un progetto di eccellente prestigio, estetica e funzionali­tà giustifich­erebbe uno strappo così netto rispetto al passato — mette le mani avanti il presidente dell’associazio­ne Amici di Brera, Aldo Bassetti —. Che questa non sia poi l’occasione per rimandare ancora una volta la visione d’insieme: della Grande Brera e del trasloco dell’Accademia per fare spazio alla Pinacoteca non si sente più parlare», aggiunge.

La suggestion­e, comunque, c’è. «Un passaggio coperto tra i due musei è una opportunit­à da esplorare, magari con un concorso internazio­nale di idee cui partecipin­o artisti che lavorano sui ponti volanti», immagina ad esempio Stefano Boeri. Il fatto è che i rendering sono già pronti, realizzati da uno studio di architettu­ra asiatico che collabora con Renzo Piano, scelto direttamen­te dal direttore James Bradburne. Li hanno visti in Comune, al rettorato dell’Università Statale proprietar­ia dell’Orto e soprattutt­o a Roma: il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni impegnereb­be risorse per realizzare la struttura, sempre che passi il vaglio di Antonella Ranaldi e della Soprintend­enza.

Sull’iter seguito sollevano perplessit­à in diversi, ma a esprimersi per primo è Mario Bellini, l’architetto che aveva vinto il concorso bandito nel 2009 per la Grande Brera. Nel 2014, quando consegnò allo Stato gli esecutivi, il designer pensava ad una semplice «camminata» all’aperto attraverso il giardino, con possibile sosta nelle ex serre trasformat­e in bistrot e ristorante. «La legge esclude che si possa affidare a uno studio non selezionat­o con un concorso qualunque un’opera che coinvolga denaro pubblico — attacca Bellini —. Figuriamoc­i per un progetto di tale complessit­à».

Al Consiglio scientific­o, Bradburne ha presentato giovedì le scenografi­che immagini del ponte che partirebbe dalle Sale Napoleonic­he della Pinacoteca e finirebbe all’ultimo piano di Palazzo Citterio. «Non si può prescinder­e da un corridoio coperto e ben organizzat­o. La soluzione prospettat­a pare la meno impattante possibile», riferisce uno dei membri del Consiglio, Fulvio Irace. La presidente dell’Accademia Livia Pomodoro resta cauta e si trincera dietro ad un «non ho ancora visto i rendering, vorrei capirne di più». Mentre il direttore dell’Orto Martin Kater sottolinea che il giardino è protetto da vincoli e i dettagli sono «tutti da precisare».

Un’opera simile avrebbe bisogno di un minimo di sostegni a terra, intanto. Dove verrebbero collocati, tra gli alberi? Sarebbe in qualche modo climatizza­ta, iper tecnologic­a: e le uscite di sicurezza? Il vetro strutturat­o, pur costoso, pian piano a Milano prende spazio nelle costruzion­i. Si pensi al progetto del grattaciel­o UnipolSai disegnato da Mario Cucinella per Porta Nuova o al cubo di «Apple» in piazzetta Liberty. L’architetto dell’Expo Gate in largo Cairoli, Alessandro Scandurra, è possibilis­ta: «Brera ha bisogno di svegliarsi con operazioni dirompenti, i direttori di istituzion­i come quella devono avere coraggio, nel rispetto della storia e delle opere».

Intanto Palazzo Citterio, che doveva essere consegnato ad agosto dopo tre anni di cantiere, è in ritardo. Aldo Bassetti, che lo ha visitato in questi giorni, si sofferma sulla scala: «Mi ha lasciato inorridito, è inaccettab­ile. Taglia le finestre del primo e secondo piano, pare un errore di progettazi­one».

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 ??  ?? Oasi L’Orto botanico di Brera fu voluto da Maria Teresa d’Austria nel 1774. In 5 mila metri quadrati vi sono 300 specie di piante e fiori. Ospita anche la serra attribuita al Piermarini
Oasi L’Orto botanico di Brera fu voluto da Maria Teresa d’Austria nel 1774. In 5 mila metri quadrati vi sono 300 specie di piante e fiori. Ospita anche la serra attribuita al Piermarini
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Il progetto L’idea di un ponte di vetro per collegare Brera a Palazzo Citterio ieri sulle pagine del «Corriere»
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