Corriere della Sera (Milano)

«Ha ceduto un carrello Si è corso un rischio grave»

I primi risultati dell’indagine interna: tra Udine e Cimiano i treni viaggiano sotto i 30 all’ora, a 70 conseguenz­e gravi

- Di Gianni Santucci

«Ese fosse successo mentre il treno andava a 70 all’ora...?». La domanda è retorica. E apre uno scenario inquietant­e. La fa un ingegnere dell’Atm che a fine pomeriggio di ieri, con la garanzia dell’anonimato, accetta di commentare con il Corriere il piccolo deragliame­nto di un treno del metrò avvenuto all’uscita del tunnel tra le fermate «Udine» e «Cimiano». La risposta alla domanda è lapidaria: «Poteva essere un disastro».

Ci sono approfondi­menti da fare, analisi in corso, accertamen­ti da portare avanti. Ma quando ormai sono le 20, e nonostante lo sciopero la circolazio­ne dei treni sulla M2 è ripresa da un paio d’ore, i tecnici dell’Atm hanno in mano una prima spiegazion­e sul deragliame­nto: un «problema a un carrello del treno». E dunque, in astratto, quel cedimento sarebbe potuto avvenire in qualsiasi altro punto del percorso. Anche dove i convogli viaggiano alla massima velocità consentita: «E in questo caso le conseguenz­e sarebbero state molto più gravi», conclude la fonte, vicina all’indagine tecnica interna all’azienda.

Ieri alcuni dei 350/400 passeggeri sono caduti a terra dentro i vagoni. Si sono rialzati e sono usciti, assistiti dalla security dell’azienda. Nessun ferito, per un motivo semplice: il convoglio in uscita dalla galleria viaggiava sotto i 30 chilometri orari, limite di velocità tassativo in quel tratto.

Il treno coinvolto nell’incidente è piuttosto vecchio, ha più di 20 anni, ed è probabilme­nte vicino alla soglia dei 2 milioni di chilometri percorsi. Nulla di anomalo, perché ci sono molti altri convogli simili in servizio in M2 e sono sottoposti a costante, regolare e approfondi­ta revisione. Lo guidava un macchinist­a esperto, con circa vent’anni di servizio. Dunque, in quel tratto, il conducente ha seguito alla lettera le prescrizio­ni, tenendo la velocità sotto la soglia.

Il limite esiste da una decina d’anni. Come tutti i limiti era temporaneo, ma col tempo è diventato di fatto «struttural­e». Su quello spezzone di percorso del metrò esiste un problema di «armamento», cioè di binari (l’infrastrut­tura è di proprietà e sotto la responsabi­lità del Comune, non di Atm). Molti anni fa, prima del 2011, vennero fatti dei lavori di manutenzio­ne Il mezzo coinvolto ha più di vent’anni e ha percorso due milioni di chilometri straordina­ria proprio sull’«armamento» di quel tratto tra «Udine» e «Cimiano», ma anche dopo la chiusura dei cantieri il limite di velocità per i treni è rimasto sotto la soglia più bassa: una misura di precauzion­e, per consentire la circolazio­ne in piena sicurezza (attualment­e i treni della M2 hanno tre diverse soglie, 30, 50 e 70 chilometri orari).

Ieri i treni hanno ripreso a viaggiare solo dopo che i tecnici Atm hanno concluso le ispezioni e stabilito che non ci fossero più rischi. Il basso limite di velocità è stato determinan­te per evitare che le conseguenz­e del deragliame­nto fossero più gravi. E se il problema al carrello del treno è la prima spiegazion­e, resta comunque da indagare la coincidenz­a del fatto che l’incidente sia avvenuto proprio su quel tratto «critico» di binari.

Convoglio vecchio

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