Cinema e concerto: un’orchestra dal vivo per «La La Land»
«La La Land» agli Arcimboldi con colonna sonora eseguita dal vivo
«La La Land» torna su maxischermo. No, non al cinema e non solo come film: stasera e domani il musical di Damien Chazelle, interpretato da Ryan Gosling ed Emma Stone, sarà proiettato al Teatro degli Arcimboldi, accompagnato da un’orchestra di 80 elementi, il Florence Art Ensemble, che ne proporrà la colonna sonora dal vivo. Un regalo ai fan della pellicola, che — oltre alla storia dei protagonisti, Mia, aspirante attrice, e il musicista jazz Sebastian —, hanno amato la colonna sonora del californiano Justin Hurwitz, premiata con due Oscar: uno per le musiche nel loro insieme, l’altro per la canzone «City of Stars». «Ma sono orgoglioso anche di un altro brano, “Audition (The Fools Who Dream)”, credo sia davvero emozionante ed Emma Stone lo canta con una potenza incredibile», osserva Hurvitz, classe 1985. E continua: «Non sarò a Milano, ho partecipato solo alla prima di questa proiezione con concerto a Los Angeles, lo scorso maggio, ma per adattare la colonna sonora alla dimensione live ho lavorato per un paio di mesi con il produttore dello show: una sfida stimolante».
Quindi la colonna sonora è stata rivisitata?
«Le musiche sono quelle, abbiamo apportato solo dei cambiamenti impercettibili per una migliore resa dal vivo. Ma in effetti qualcosa di nuovo c’è. La sceneggiatura originaria prevedeva un’ouverture, un brano strumentale che fungesse da introduzione, brano che in fase di montaggio è stato tagliato perché troppo lungo: nella versione da concerto, invece, quell’ouverture ci sarà. In più ho composto un pezzo nuovo».
Sei Oscar, sette Golden Globe e un incasso di oltre 151 milioni di dollari negli Stati Uniti e di 292 milioni nel resto del mondo: come spiega l’enorme successo di «La La Land»?
«I motivi del successo di un film sono sempre misteriosi, in questo caso credo c’entri l’originalità: il musical è un genere vecchio, attinge a uno stile classico, ma “La La Land” si è imposto come qualcosa di nuovo, ha una freschezza che cattura. Senza contare la prova di Ryan Gosling ed Emma Stone, bravissimi a recitare, ballare, cantare, suonare: credo che molti si siano appassionati a queste due star così piacevoli da guardare, insieme».
Con il regista Chazelle ha già lavorato su tre film, tra cui «Whiplash», e ora siete impegnati su «First Man», sulla vita dell’astronauta Neil Armstrong. Com’è nato questo sodalizio?
«Io e Damien ci siamo conosciuti a 18 anni e a 19 siamo diventati compagni di stanza all’università. Già ai tempi discutevamo su come la mia musica e i suoi film potessero unirsi. Amiamo lavorare assieme, ci stimiamo e rispettiamo, ci fidiamo l’uno dell’altro. Lui mi sprona a fare del mio meglio».
Da studenti di Harvard avevate anche una band indie pop.
«Sì, i Chester French, per un anno e mezzo. Ci credevamo, era divertente, ma poi ci siamo resi conto che era meglio studiare per lavorare nel cinema. Io da ragazzo ero rimasto colpito dalle colonne sonore di John Williams. E adoro Nino Rota ed Ennio Morricone. Oggi, specie se sei interessato a fare qualcosa di orchestrale, il cinema è la piattaforma migliore per un compositore. E permette di arrivare a una platea gigantesca».