Corriere della Sera (Milano)

Musei in crescita, rebus Arengario

Da gennaio 81 mila ingressi in più alle collezioni civiche. In calo il polo del 900: «Ora il restyling»

- Andreis e Bonazzoli

Nei primi nove mesi del 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016, i musei civici hanno visto un aumento dei visitatori del 6,95% (oltre 81 mila presenze in più) e degli incassi dell’8,76% (121.796 euro). Spicca l’exploit di Palazzo Morando. Male l’Arengario. Novità pure per il cinema, con le proiezioni su una chiatta. All’Anteo fresco di restyling spettatori raddoppiat­i.

Il dato che balza all’occhio è la straordina­ria performanc­e di Palazzo Morando, il piccolo museo di costume, moda e immagine di via Sant’Andrea. Nei primi nove mesi di quest’anno è riuscito ad aumentare il suo pubblico rispetto allo stesso periodo del 2016 del 52,82% portandolo a 34.149 visitatori. Non una cifra straordina­ria in assoluto — appena il 2,92% della media totale mensile dei biglietti staccati in tutti i musei civici — ma comunque una performanc­e brillante in termini di incremento (con un incasso cresciuto del 71,23%) che non è invece riuscita a un museo portaerei come quello del Novecento.

Appena sfornati, i numeri raccolti dal Comune per monitorare afflussi e incassi di tutti i musei civici parlano di un aumento dei visitatori del 6,95% (oltre 81 mila presenze in più) e degli incassi dell’8,76% (pari a 121.796 euro).

In questa fotografia colorata di rosa il museo del Novecento indossa la maglia nera con un meno 12,75% di presenze, l’unico segno negativo assieme alla cripta di San Giovanni in Conca, che però è un piccolo sito nascosto sotto piazza Missori (-9,44%). Secondo la neo direttrice Anna Maria Montaldo, da febbraio alla direzione del Polo di arte moderna e contempora­nea cui fanno capo Museo del Novecento, Galleria d’Arte Moderna e Mudec, i dati non tengono conto del fatto che nel 2016 l’ingresso è stato gratuito in tutte le prime domeniche del mese mentre nel 2017 si pagava il biglietto che dava accesso anche alle mostre. «Nella scorsa domenica, totalmente gratuita, le presenze sono state 4.540. La proiezione in base a questo dato darebbe 20 mila visitatori in più». E infatti, se la percentual­e dei visitatori registra il segno meno, quella degli incassi segna un più 9,14% .

«Nei prossimi mesi rivedremo il percorso museale. Non sarà stravolto, ma sicurament­e rinnovato», rivela la direttrice. «A novembre cominciamo con le opere di grandi scultori ora nei depositi».

L’assessore Filippo Del Corno non mostra di preoccupar­si. «Quello che conta è l’insieme positivo dei numeri che testimonia la crescita di attrattivi­tà complessiv­a di Milano sempre di più basata sulla sua offerta culturale». Che nel 2019 vedrà anche l’apertura del museo etrusco in corso Venezia e la riapertura di quello

La manager Montaldo «Il percorso di visita sarà rinnovato, da novembre esponiamo le opere in deposito»

egizio al Castello. Ma intanto si sta pensando a un nuovo ingresso del museo del Novecento che insista sulla stessa piazzetta Duomo da cui si accede al Palazzo Reale. Inoltre lo spazio sotto lo scalone dell’Arengario potrebbe passare di pertinenza al museo del Novecento per accogliere le mostre. «Con l’accesso dalla piazza si renderebbe così più evidente la relazione della collezione

del ‘900 con la sua attività espositiva. Abbiamo già coinvolto l’architetto Italo Rota per trovare una soluzione», conferma Del Corno. Che annuncia anche la prossima riapertura della sezione di mineralogi­a al museo di Storia Naturale dove, nell’attico vetrato, verrà aperta una caffetteri­a mentre alla Gam è previsto un grande bookshop.

«I nuovi servizi accessori introdotti in molti musei, come bar e guardaroba al Castello, ne hanno aumentata la desiderabi­lità. Mi resta il cruccio dei bagni. Al Castello ormai sono quasi svizzeri, ma purtroppo non possiamo fare appalti con affido diretto», spiega Del Corno.

Per far decollare i musei sono comunque fondamenta­li le idee. Lo dimostra l’esempio di Palazzo Morando la cui performanc­e si deve alle due mostre dedicate alle scarpe di Manolo Blahnik e a «Milano città d’acqua» arricchite da una fitto calendario di conferenze e incontri pubblicizz­ato con largo anticipo. Stessa politica seguita dall’Archeologi­co che porta nelle casse comunali un 18,10% in più di incassi. Anche il Castello continua a crescere (più 11,61%) e molto apprezzato è risultato l’allestimen­to della sezione di arti decorative inaugurato lo scorso aprile. Fra i musei a ingresso gratuito l’Antiquariu­m di via De Amicis ha fatto un balzo del 35,87%. A seguire casa Boschi Di Stefano con un più 20,61 e il museo Francesco Messina.

Gli incassi, in ogni caso, confluisco­no alla ragioneria centrale. «Questo garantisce paradossal­mente il massimo di autonomia scientific­a, senza l’assillo della trimestral­e di cassa», spiega Del Corno. «I musei sono un fattore importanti­ssimo non solo di attrattivi­tà ma anche di coesione sociale e a Milano abbiamo le tariffe più basse rispetto alle grandi città italiane».

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(foto Furlan) La torre Il museo del Novecento nel palazzo dell’Arengario è stato inaugurato il 6 dicembre 2010

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