Sesto si spacca sull’antifascismo
Di Stefano diserta la cerimonia. Lite con Fiano
Il sindaco di Sesto non sarà presente oggi alla manifestazione al monumento al deportato nel Parco Nord, devastato dai vandali. «Iniziativa strumentalizzata dalla sinistra». «Sgomento e incredulità» replica l’Anpi. Non sarà presente neanche il Gonfalone.
Non ci sarà il sindaco e non ci sarà neanche il gonfalone della città medaglia d’oro della Resistenza. Il primo cittadino di Sesto San Giovanni, l’azzurro Roberto Di Stefano, non parteciperà oggi alla manifestazione al monumento al deportato nel Parco Nord, ancora una volta danneggiato dai vandali che hanno distrutto le teche di Auschwitz, Mauthausen, Ravensbruck, Gusen e Ebensee. Una decisione che ha provocato la durissima reazione dell’Anpi: «Proviamo sgomento e incredulità per la scelta del sindaco Di Stefano. Per la prima volta ad una manifestazione antifascista non sarà presente il gonfalone decorato con la medaglia d’oro per l’alto contributo alla guerra di Liberazione». La replica di Di Stefano è affidata a una breve nota. Il sindaco ribadisce che non solo lui ma neanche il gonfalone di Sesto sarà presente alla manifestazione: «Purtroppo la manifestazione è diventata un corteo di pubblicità per Emanuele Fiano e la sua legge (il deputato pd sarà presente alla manifestazione, ndr), con tutte le formazioni di sinistra pubblicizzate in maniera ampia e sconveniente. Non ci prestiamo alle strumentalizzazioni della sinistra. Un evento neutro o istituzionale, senza forzature di partito, sarebbe stato sicuramente meglio». «Non sono interessato alle polemiche del sindaco di Sesto — replica Fiano —. Ognuno fa le scelte che gli detta la propria coscienza. A prescindere dal colore politico ognuno dovrebbe operare perché non venga infangata la memoria di chi è stato deportato nei lager nazisti. Lascio il sindaco solo con le sue polemiche. Oggi io sarò di fronte al monumento del Deportato».
A far cambiare idea a Di Stefano non sono state sufficienti neanche le parole del presidente dell’Aned di Sesto, Giuseppe Valota, figlio di Guido, morto a Mauthausen che ha chiesto in una lettera aperta al sindaco di far almeno «pervenire il Gonfalone» con la sua medaglia d’oro. «La Storia, i Valori, la Memoria della nostra città — scrive Valota — sono un bagaglio di tutti, al di là della lotta politica. Sta a Lei conoscere la storia della nostra città, sta a lei, signor sindaco, non immiserirla a beghe di partito. Per essere il Sindaco di tutta la città e della sua storia, e non di una parte». Ma ancora una volta la risposta di Di Stefano è stata negativa: «L’amministrazione sarà sempre presente negli eventi istituzionali e di commemorazione ma non si presta a discutibili raduni di parte e pubblicità per esponenti o partiti di sinistra». A sostegno di Di Stefano arriva l’ex vicesindaco Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia): «Il gesto del sindaco Di Stefano è coraggioso. Come sempre la sinistra strumentalizza cerimonie istituzionali. Nessuna lezione da chi agita continuamente i fantasmi del passato, le contestazioni alla Brigata Ebraica del 25 Aprile lo dimostrano».