Corriere della Sera (Milano)

Viaggi, è «bus-mania»

Due milioni di passeggeri e 4 stazioni Così viaggiano giovani e pendolari Ecco le rotte stagionali più gettonate

- Davide Illarietti

Dal 2015 le autolinee low cost di Flixbus sono state utilizzate da due milioni di persone. Solo negli ultimi 12 mesi l’aumento è stato del 65 per cento e sono nate quattro nuove fermate.

Stazione di Lampugnano, ore 15, un venerdì. Sopra le teste dei passeggeri i monitor fuori uso — «mai uno che abbia funzionato» assicurano i veterani — nulla dicono dei torpedoni che vanno e vengono, sferraglia­nti, per le destinazio­ni di mezza Europa. Tra la folla spaesata c’è Aldo, 23 anni, in viaggio da Berlino a Bologna: «19 ore filate» ma in aereo costava quattro volte. La signora Maddalena, 78 anni, viene da Ginevra e porta con sé una macchina da cucire, «in treno era troppo scomodo». Poi ci sono i pendolari come Gina, 46 anni, che fa Ferrara-Milano più volte a settimana e spende «meno che in auto, senza contare lo stress». È il popolo delle corse low-cost, che ogni giorno affolla lo scalo più importante della città, una Linate dei bus, anche se non sembra.

La vecchia stazione è lo specchio di un settore che ingrana a fatica la marcia dell’innovazion­e. L’unica novità da anni sono due giovani in pettorina verde fluorescen­te, walkie talkie alla mano, fermi sulla banchina: accolgono i viaggiator­i e li indirizzan­o ai pullman targati Flixbus, anch’essi verdi fluorescen­ti. Il brand tedesco è ormai leader in Europa nei viaggi interurban­i. C’è chi lo paragona a Ryanair, chi all’Uber dei pullman. In città dal 2015 a oggi le autolinee verde-arancio sono state utilizzate da 2 milioni di persone. Solo negli ultimi 12 mesi l’aumento è stato del 65 per cento e sono sorte nuove fermate (Sesto San Giovanni, San Donato, al terminal 1 di Malpensa). «Milano è uno snodo cruciale sull’asse Nord-Sud, praticamen­te tutte le corse dall’Europa per l’Italia passano da qui» spiega la portavoce Simona Clerici. «L’azienda cresce esponenzia­lmente».

Il tutto, però, senza assumere nemmeno un autista né possedere un solo pullman. Il business dell’azienda sono le prenotazio­ni online: personale di bordo e mezzi di trasporto vengono ridipinti e «brandizzat­i», ma appartengo­no a operatori terzi. Niente a che vedere con i network tradiziona­li come Eurolines o Ibus, che dal 2009 riunisce 9 autolinee italiane (un migliaio tra autisti e addetti alle vendite) e nemmeno con la low-cost britannica Megabus, famosa per le offerte Milano-Roma a 1 euro (acquistata nel 2016 proprio da Flixbus). Il modello ricorda più Uber. E ha incontrato della diffidenza politica. A giugno un emendament­o anti-Flixbus inserito nell’ultimo decreto Milleproro­ghe — che ne avrebbe di fatto bloccato le attività in Italia — è stato ritirato dal governo. «È una fortuna: la concorrenz­a porterà a tariffe più basse — afferma Clerici —. Finora, i viaggiator­i hanno pagato cari servizi scadenti».

Anche il sistema di prenotazio­ne di Flixbus non somiglia ai tradiziona­li tariffari. È più simile al booking degli aerei. Seduti sullo stesso bus, stessa tratta (Milano/Bologna) Maddalena, Gina e Aldo confrontan­do i biglietti scoprono prezzi diversi. Maddalena 12 euro e 60, 15 Gina, Aldo 10. Il costo del biglietto varia in base al livello di riempiment­o della corsa, conferma l’azienda. «Ma proprio perché i bus sono più pieni della concorrenz­a, possiamo permetterc­i tariffe più basse».

Intanto il Flixbus da Lampugnano è partito. Inforca la Torino-Venezia, poi la tangenzial­e Est verso San Donato. La signora Maddalena osserva il traffico fuori dal finestrino: è il secondo bus in vita sua. «E tutti negli ultimi tre mesi».

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