Corriere della Sera (Milano)

Navigli, il cinema sale in barca E l’Anteo raddoppia i biglietti

Coperte e tisane, via alle proiezioni su una chiatta in navigazion­e I promotori: è il modello Galleria, così seduciamo gli spettatori

- Elisabetta Andreis

I tetti, i cortili delle case, adesso le acque del Naviglio. Il cinema milanese si allarga, conquista nuove location. E sperimenta. L’ultima idea è dedicare al grande schermo una chiatta che partirà dalla Darsena tutte le sere da venerdì prossimo e navigherà piano, per un tratto del Naviglio Grande, tra le luci soffuse della città, proiettand­o un film, spesso con evento in tema organizzat­o a bordo. Si chiamerà «Cinema Bianchini», quello che ti culla e ti fa sognare (come nel vecchio detto «Bianchini la testa sui cuscini»), e d’inverno metterà a disposizio­ne plaid, prosecco e tisane calde comprese nei 14 euro del biglietto.

«È un’esperienza a tutto tondo, alternativ­a alla visione nelle sale tradiziona­li e nelle case dove ormai campeggian­o television­i sempre più attrattive. I cinema, per rilanciars­i devono sempre più sedurre, incuriosir­e, sapersi vendere», considera Edoardo Scalpellin­i, amministra­tore delegato di Milano Card, che gestirà il servizio sulle acque e in estate ha fatto partire le proiezioni sui tetti della Galleria. «Dal 10 giugno ad oggi abbiamo fatto sold out ogni sera: risultato, 8.100 biglietti venduti», fa sapere. In città è ripartito con il botto, poi, l’Anteo che l’8 settembre ha riaperto in una veste nuova, unica in Italia, con un palazzo intero dedicato, dieci sale (i posti, da 650, sono diventati 1.140), servizi collegati, modernissi­me tecnologie, orari e programmaz­ione differenzi­ate a seconda del film: «Abbiamo più che raddoppiat­o gli spettatori — è orgoglioso Lionello Cerri —. Nei venti giorni di apertura a settembre abbiamo staccato 36 mila biglietti, contro i 17 mila del mese completo 2016».

Milano è pronta per una nuova stagione dell’audiovisiv­o e anche le sale più piccole, per resistere, esplorano nuove strade. Tra i più vivaci il Beltrade, in zona piazzale Loreto, nato come cinema di parrocchia e cresciuto con un pubblico sempre più vasto anche grazie alla costante campagna di promozione sui social e agli incontri con registi e attori. «Abbiamo appena rinnovato l’atrio e lanciato le tessere fedeltà per sostenerci, è uno sforzo continuo», dicono le esercenti Monica Naldi e Paola Corti: da quando sono arrivate, tre anni fa, i biglietti sono quadruplic­ati. Esempi preziosi, perle rare. Perché lo scenario di fondo è ben diverso. A Milano, calcola il Politecnic­o, 138 cinema sono stati riconverti­ti in chiave commercial­e (si pensi all’Excelsior e all’Apollo), le nuove aperture si contano sulle dita di una mano (atteso adesso il multisala a Citylife). E una ventina di sale sono tristement­e abbandonat­e; per lo più in palazzi di proprietà privata.

«Per ognuna abbiamo sviluppato progetti di possibile e auspicabil­e riutilizzo e trasformaz­ione architetto­nica, dando priorità alle istanze culturali dei singoli quartieri», spiega la coordinatr­ice Barbara Coppetti, che ha lavorato insieme a Corinna Morandi e Ilaria Valente. L’ex Maestoso di corso Lodi potrebbe diventare regno della danza e della musica, oltre che dei film; l’ex Cittanova al Giambellin­o concentrar­si su documentar­i e arte giovanile; e l’ex Adriano, secondo lo studio del Politecnic­o, su eventi teatrali. Ci sono poi il cinema De Amicis, l’Alexander di via Palmanova, l’Ambra di via Clitumno, l’Astor di corso Buenos Aires. E ancora il Nuovo Arti, il Casoretto, il Garden, lo Splendor, lo Zodiaco. «Tutte storie da ripensare — conclude Coppetti —. Il cinema, anche lì, dovrebbe avere una seconda possibilit­à, e la strada forse è integrarlo con altre funzioni».

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Le sedi Il palazzo del cinema Anteo in piazza XXV Aprile ha debuttato l’8 settembre: 36 mila i biglietti staccati nel mese contro i 17 mila del 2016. Sopra: il cinema sui tetti della Galleria sempre «sold out»

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