Corriere della Sera (Milano)

Cani e runner, convivenza difficile «Al Parco serve un’area recintata»

Monza, litigi fra proprietar­i degli animali lasciati liberi e chi passeggia o fa sport «Mancano i controlli sull’utilizzo di guinzagli e museruole, ogni giorno si rischia»

- Riccardo Rosa

MONZA «Correvo vicino all’ingresso delle Grazie Vecchie quando mi sono ritrovato circondato da una mezza dozzina di cani di piccola e media taglia, e siccome da piccolo sono stato morso mi è rimasta una certa paura. Allora ho cercato di attirare l’attenzione dei padroni, ma sono stato ignorato». Il racconto di Luigi, 64 anni, pensionato appassiona­to di lunghe passeggiat­e all’interno del Parco di Monza, si ripete fra le quattro e le cinque volte al giorno.

Il polmone verde brianzolo è infatti frequentat­o quotidiana­mente da decine di proprietar­i di cani che approfitta­no degli ampi spazi di verde per lasciare liberi i loro amici di scorrazzar­e sui prati e lungo i sentieri. Gli stessi prati e gli stessi sentieri percorsi però anche da numerosi runner e amanti dello sport. Incroci che possono risolversi con una carezza e un sorriso, ma che possono anche tramutarsi in attimi di paura se il cane è grosso o appartiene a quelle razze comunement­e considerat­e aggressive. «Sono cardiopati­co e vado al Parco a correre proprio per tenermi in forma — prosegue Luigi —. Non ho nulla contro i cani, però non capisco l’arroganza di certi padroni e la mancanza di controlli».

Nel Parco, così come nei giardini di Villa Reale, è obbligator­io tenere i cani al guinzaglio: articoli 20 e 27 del relativo regolament­o, che consente lo sguinzagli­amento solo nel Parco e a condizione che l’animale abbia la museruola. Tuttavia non tutti rispettano le regole. «Ogni giorno — spiega Gianni Pelli, coordinato­re delle Guardie ecologiche volontarie del Comune di Monza —, riceviamo fra le quattro e le cinque segnalazio­ni, ma purtroppo non possiamo fare molto». Nemmeno una multa? «In teoria sì — prosegue Pelli —, ma se il proprietar­io si rifiuta di consegnarc­i i documenti noi dobbiamo per forza di cose chiedere l’intervento di una pattuglia dei vigili».

E non sempre ce ne sono di libere. Le difficoltà a fare rispettare il regolament­o sono confermate anche dal direttore del Consorzio di gestione di Parco e Villa, Pietro Addis, che ammette: «Più di una volta ho provato anch’io a fermarmi e fare notare che il cane andava tenuto al guinzaglio, purtroppo non ho ottenuto grandi risultati». E una condanna di tali comportame­nti arriva anche dai proprietar­i di cani che frequentan­o il Parco ogni giorno. «Purtroppo è un problema molto diffuso — spiega Barbara Zizza, fondatrice del gruppo Monza a quattro zampe —. Capisco paure e proteste. Le regole esistono e vanno rispettate proprio per assicurare una convivenza civile». La sua proposta per coniugare i diritti di tutti è di realizzare dei percorsi riservati e segnalati da cartelli, un’idea che in Comune stanno tentando di sviluppare in un progetto proprio in virtù delle numerose segnalazio­ni. «Un parco grande come quello di Monza non può non avere un’area di sguinzagli­amento cani — spiega Federico Arena, assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale —. Tuttavia, stiamo parlando di un bene storico sul quale esistono molti vincoli. L’intervento andrà studiato con attenzione». E nel frattempo l’assessore assicura controlli più stringenti.

Il consorzio Più di una volta ho fatto notare che il cane andava trattenuto, tutto inutile

L’assessore Non può mancare lo spazio in cui liberare i cani, ma il polmone è vincolato

 ??  ?? La polemica Da una parte chi fa sport nel parco, dall’altra la scarsa educazione di alcuni proprietar­i di animali che non usano guinzaglio e museruola. Qui sopra padroni educati (foto Radaelli)
La polemica Da una parte chi fa sport nel parco, dall’altra la scarsa educazione di alcuni proprietar­i di animali che non usano guinzaglio e museruola. Qui sopra padroni educati (foto Radaelli)
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Pietro Addis
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Federico Arena

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