Corriere della Sera (Milano)

CATTEDRALI DELLO SHOPPING E LEGGE DEL CONTRAPPAS­SO

- Ibossi@corriere.it

cattedrale del consumo la definizion­e centro commercial­e è già stata sostituita da polo commercial­e, termine più vigoroso che fa pensare a fulcro, cardine; del resto, il polo, si sa, ha forza magnetica che attrae come potente calamita.

Per consolazio­ne di chi non è un particolar­e amante di questi «poli», sono annunciati, a contrappes­o dell’ingente colata di cemento, molto verde, molte piste ciclabili e, naturalmen­te, molti parcheggi; ma a parte il fatto che , ad eccezione di alberi e cespugli, sempre di gettate di cemento si tratta, il rendering del progetto, che pure dovrebbe farlo apparire il più ameno e più desiderabi­le possibile, suo malgrado mette in evidenza soprattutt­o l’invasivo fabbricato che sovrasta ogni cosa e che — è molto probabile — farà chiudere altri negozi anche lontani di lì. Comprensib­ilmente alla sindaca di Cinisello stanno a cuore i mille posti di lavoro promessi, ma è possibile creare posti di lavoro soltanto costruendo poli commercial­i?

Quanti difendono il progetto sostengono che di luoghi di aggregazio­ne si tratta poiché vi si concentran­o centinaia di persone: ma parlano tra loro, queste persone, comunicano, stringono legami? Di sicuro non è l’aggregazio­ne che poteva avvenire in un negozio all’angolo della strada il cui commesso conosceva uno per uno chi entrava nella sua bottega, non necessaria­mente per comprare qualcosa. E non rappresent­a soltanto una perdita sentimenta­le la chiusura dei piccoli esercizi bensì anche di luci, di presenza, di movimento che rendono più sicuri i quartieri.

Per tutte queste ragioni — e per preservare il territorio dal troppo cemento — la Provincia di Trento ha di recente bloccato la costruzion­e di centri commercial­i che superino i diecimila metri quadrati: geografia e storia là sono diverse, però l’iniziativa dovrebbe far riflettere.

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