Corriere della Sera (Milano)

Rebus differenzi­ata per le capsule del caffè Ma la scelta «green» resta la vecchia moka

- Valeria Balboni

Le macchine per l’espresso sono sempre più diffuse e le vendite di caffè in capsule continuano ad aumentare. Ma il loro smaltiment­o sta diventando un problema. Le più vendute in Italia sono le capsule Lavazza, in plastica: una volta usate si gettano nell’indifferen­ziato. L’azienda ha sviluppato in collaboraz­ione con Novamont capsule in Mater-Bi, compostabi­li, che si possono gettare con l’organico, però si trovano solo online, con due miscele. Quelle Nespresso in alluminio, invece, possono essere consegnate nei negozi del marchio o nelle isole ecologiche per essere riciclate (sistema non molto pratico). Le capsule a marchio Coop si possono «smontare» per separare la plastica dal caffè (anche quefeestar, sto poco immediato). Vergnano propone capsule compostabi­li, con diversi aromi. Per un espresso più sostenibil­e ci sono le capsule ricaricabi­li, in acciaio, come Recups e Mycof- disponibil­i in rete, mentre da NaturaSì si trova WayCup: compatibil­e con il sistema Nespresso, si carica con la miscela preferita e dopo l’uso basta sciacquarl­a.

È vero, l’«esperienza» è meno immediata: difficile immaginare Clooney che dosa il caffè con il misurino, però la sostenibil­ità è importante. Non dimentichi­amo poi che le capsule sono molto più costose delle miscele, scelta che permette un notevole risparmio.

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