Rebus differenziata per le capsule del caffè Ma la scelta «green» resta la vecchia moka
Le macchine per l’espresso sono sempre più diffuse e le vendite di caffè in capsule continuano ad aumentare. Ma il loro smaltimento sta diventando un problema. Le più vendute in Italia sono le capsule Lavazza, in plastica: una volta usate si gettano nell’indifferenziato. L’azienda ha sviluppato in collaborazione con Novamont capsule in Mater-Bi, compostabili, che si possono gettare con l’organico, però si trovano solo online, con due miscele. Quelle Nespresso in alluminio, invece, possono essere consegnate nei negozi del marchio o nelle isole ecologiche per essere riciclate (sistema non molto pratico). Le capsule a marchio Coop si possono «smontare» per separare la plastica dal caffè (anche quefeestar, sto poco immediato). Vergnano propone capsule compostabili, con diversi aromi. Per un espresso più sostenibile ci sono le capsule ricaricabili, in acciaio, come Recups e Mycof- disponibili in rete, mentre da NaturaSì si trova WayCup: compatibile con il sistema Nespresso, si carica con la miscela preferita e dopo l’uso basta sciacquarla.
È vero, l’«esperienza» è meno immediata: difficile immaginare Clooney che dosa il caffè con il misurino, però la sostenibilità è importante. Non dimentichiamo poi che le capsule sono molto più costose delle miscele, scelta che permette un notevole risparmio.