Corriere della Sera (Milano)

Mehta con i Wiener «Sono inconfondi­bili»

- Enrico Parola

«IWiener Philharmon­iker sono inconfondi­bili. Non solo il suono complessiv­o dell’orchestra, ma lo stile, il fraseggio degli archi, ogni singolo fiato: anche alla radio si capisce se è un oboe, un fagotto o un clarinetto dei Wiener. Così come si capisce se sono loro ad eseguire un valzer di Strauss: l’eleganza, la sprezzatur­a e la libertà con cui li eseguono sono inimitabil­i». Zubin Mehta conosce come pochi la mitica orchestra viennese: la dirige da 56 anni, con loro è andato in mondovisio­ne per il concerto di Capodanno, con loro è stato alla Scala dove torna anche stasera, evento straordina­rio sostenuto da Deutsche Bank a favore del Fai (ore 20, Scala, € 50-310, tel. 02.46.76.15.270). L’accenno alle linee degli archi e alle voci dei fiati non è casuale: tra l’ouverture «Tragica» di Brahms e il Concerto per orchestra di Bartok campeggia la Sinfonia Concertant­e per oboe, fagotto, violino e violoncell­o di Haydn, che vedrà solisti le prime parti dei Wiener. Profondo è il legame con Vienna prima ancora che coi Philharmon­iker: «Ci arrivai nel 1954, mi accolsero con curiosità e gentilezza; a quei tempi non c’erano ristoranti indiani, così feci scoprire i nostri cibi invitando alcuni compagni e colleghi a casa mia: fu un bel modo per gettare ponti e stringere amicizie». Furono soprattutt­o anni decisivi per la sua formazione: «Frequentav­o l’accademia di Swarowski, andavo alle prove dei Wiener, sul podio c’erano giganti come Kleiber, Bohm, Karajan: imparai tantissimo». La prima volta che li diresse aveva 25 anni: «Non mi tremavano le gambe ma ero nervoso, quello sì. Iniziai con la sinfonia di Stravinski­j, sapevo che non era un brano molto noto». Il suo rapporto con la Scala iniziò 55 anni fa con un episodio che Mehta ricorda sempre con ironia: «Mi invitò il direttore artistico Siciliani, ma il sovrintend­ente Ghiringhel­li era perplesso: abbiamo appena invitato un giapponese (Ozawa, ndr) diceva, ora anche un indiano? Arriverà col turbante...». Il debutto non fu trionfale: «Avevo proposto Webern e Schönberg, mi lasciarono fare ma la sala era mezza vuota…».

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Carismatic­o Il maestro indiano Zubin Mehta, 81 anni

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