Corriere della Sera (Milano)

I post-it dei cittadini in un’opera collettiva dedicata alla memoria

- Marta Ghezzi

Iniziative di arte pubblica, riscoperta dei monumenti, laboratori di ricerca storica partecipat­a: la storia di Milano esce dagli archivi e raggiunge i cittadini con una serie di proposte originali. Un modo nuovo per coinvolger­e, partendo da lontano, su un tema attuale: l’inclusione sociale. È il progetto di Asp Golgi Redaelli «Milano attraverso. Persone e luoghi che trasforman­o la città», finanziato da Fondazione Cariplo e Fondazione Aem, e condiviso da una rete di venticinqu­e enti (dall’Unione Femminile agli Amici del Fai, alla Società Umanitaria), che porta sotto i riflettori lo speciale dna meneghino (altre info su milanoattr­averso.it). «Milano è sempre stata capace, dall’Unità nazionale in poi, di far fronte alle diverse ondate migratorie — racconta Marco Bascapè, responsabi­le dell’Archivio Golgi Redaelli — e non ha mai rifiutato di accogliere le persone in cerca di condizioni di vita migliori. L’idea è restituire la conoscenza di queste esperienze passate». A lanciare «Milano attraverso», l’installazi­one dell’artista francese Sophie Usunier« I would so much like that you remembered» all’interno del Redaelli: un’opera sulla perdita della memoria, realizzata con i post-it, che cambierà di continuo in base ai pensieri lasciati dagli spettatori (via Benedetto d’Alviano 78, aperto tutti i giorni, ore 7-21, fino al 19 gennaio 2018). Pronte anche una serie di cartoline con immagini di Ersilia Majno, Alessandri­na Ravizza, Aldo Aniasi, per ricostruir­e la storia assistenzi­ale cittadina.

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Installazi­one L’opera realizzata da Sophie Usunier

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