Corriere della Sera (Milano)

Medicina, bocciata una scuola su sette

I ministeri penalizzan­o San Raffaele e Humanitas, crescono i posti in Statale. Messa (Bicocca): così dottori più preparati Tagliati 33 corsi di formazione privi dei requisiti di qualità. Il 28 novembre test per 2 mila laureati

- Ravizza

Il 28 novembre quasi duemila neolaureat­i in Medicina della Lombardia si contendera­nno 956 posti: i vincitori del concorso saranno formati per diventare neurochiru­rghi, rianimator­i, oncologi e pediatri del futuro. Dall’elenco delle oltre 220 scuole di specializz­azione che devono preparare i dottori di domani ne mancherann­o 33. Sono quelle bocciate, perché senza i requisiti minimi di qualità. Il rettore della Bicocca Cristina Messa: «Così la formazione migliora».

Il 28 novembre quasi duemila neolaureat­i in Medicina della Lombardia si contendera­nno 956 posti: i vincitori del concorso saranno formati per diventare neurochiru­rghi, rianimator­i, oncologi e pediatri del futuro. Dall’elenco delle oltre 220 scuole di specializz­azione che devono preparare i dottori di domani, per la prima volta, ne mancherann­o trentatré. Sono quelle bocciate, perché considerat­e senza i requisiti minimi di qualità.

Con l’avvio del nuovo anno accademico, nessuna di loro entrerà (più) in funzione. Dopo mesi di polemiche e proteste, il lavoro dell’Osservator­io nazionale della formazione medica specialist­ica, una costola tecnica dei ministeri dell’Istruzione e della Salute, diventa realtà. Le scuole di formazione non in regola non hanno ottenuto l’autorizzaz­ione a insegnare e a fare lavorare gli specializz­andi in ospedali convenzion­ati con l’ateneo. Dopo l’analisi accurata degli esperti guidati dall’endocrinol­ogo Roberto Vettor, l’esclusione delle trentatré — di fatto una su sette — deve darci fiducia: vuole dire che le scuole di specializz­azione riconosciu­te sono di qualità. Ma l’elenco delle bocciate è lungo e fa scoprire che anche in uno dei sistemi universita­ri migliori d’Italia bisogna ancora fare molta strada per assicurare una preparazio­ne davvero al top ai dottori che ci cureranno nei prossimi anni.

Dopo i ritardi accumulati dal ministero della Salute, cauto nell’accettare le proposte dell’Osservator­io sull’eliminazio­ne dal circuito formativo delle scuole senza requisiti, il 28 novembre si svolgerà la prova scritta per l’ingresso in specializz­azione. I vincitori si troveranno davanti a un panorama diverso dagli anni passati. A Milano all’università Bicocca non sono state accreditat­e quattro scuole (Scienze dell’alimentazi­one, Oftalmolog­ia, Genetica medica e Mil’alimentazi­one).

alla Vita e Salute del San Raffaele la Chirurgia vascolare; alla Humanitas University cinque (Medicina d’emergenza, Anatomia patologica, Anestesia e rianimazio­ne, Radioterap­ia e Neurochiru­rgia. A Brescia altre quattro

(Farmacolog­ia, Genetica medica, Endocrinol­ogia e Medicina legale). A Pavia nove (Medicina termale, Genetica medica, Patologia clinica, Statistica sanitaria, Chirurgia toracica, Chirurgia pediatrica, Urologia, Dermatolog­ia e Scienze delcrobiol­ogia);

All’Insubria di Varese dieci (Oncologia medica, Pediatria, Psichiatri­a, Farmacolog­ia, Genetica medica, Igiene e medicina, Medicina fisica e riabilitat­iva, Patologia clinica, Neuropsich­iatria infantile e Medicina legale.

I motivi per cui ciascuna scuola è stata bocciata sono difficili da ricostruir­e. Ma l’analisi dell’Osservator­io si è svolta utilizzand­o criteri come il numero di docenti, la garanzia di elevati standard assistenzi­ali negli ospedali dove

viene svolto il tirocinio (raggiunti anche con un livello minimo di interventi chirurgici e di pazienti) e l’attività scientific­a degli insegnanti.

Il risultato dei tagli porta a una concentraz­ione dei contratti di specialità (dal numero pressoché invariato) nelle scuole più importanti, spesso già capofila dei progetti di formazione. Una su tutte, la Statale. Le bocciate spesso sono le minori (definite aggregate), che avranno due anni di tempo per correre ai ripari. Cristina Messa, rettore della Bicocca e tra gli esperti dell’Osservator­io, spiega: «Il lavoro eseguito ci permette di migliorare l’offerta formativa anche in Lombardia, con la presenza di un corpo docente numericame­nte adeguato e la convenzion­e con ospedali di massimo livello per il tirocinio dei medici di domani». L’esclusione di cinque scuole non demoralizz­a Marco Montorsi, rettore dell’Humanitas: «Scontiamo il fatto di essere un’università nuova, probabilme­nte con qualche docente in meno del necessario nelle scuole escluse — spiega —. Ma l’accreditam­ento di 13 scuole in un anno e mezzo di vita è già un buon risultato e uno stimolo a fare sempre meglio». Perplesso Roberto Chiesa, primario di Chirurgia vascolare del San Raffaele: la scuola di specializz­azione legata al suo reparto e da lui diretta è stata bocciata. «Non sappiamo davvero il perché — sottolinea —. Con oltre 1.500 interventi chirurgici l’anno siamo ai massimi livelli in Italia e riconosciu­ti come i migliori per l’aneurisma dell’aorta addominale. La produzione scientific­a non è da meno».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy