Al Politecnico nasce un elefantino-robot
È un «assistente» per bimbi autistici. Premiato l’ingegnere Gelsomini (di ritorno dal Mit)
Dal Politecnico al Mit di Boston (e ritorno). Per sviluppare qui un robot «sociale» per bimbi autistici, in una versione aggiornata di un progetto su cui ha lavorato un anno nei laboratori Usa. È il traguardo raggiunto da Mirko Gelsomini, 29enne dottorando in Ingegneria informatica che, con il suo gruppo I3Lab, ha creato «Ele», elefantino ispirato all’orsacchiotto «Huggable» usato negli ospedali.
Dal Politecnico al Mit di Boston e ritorno. Per sviluppare qui una versione aggiornata e meno costosa di un progetto su cui ha lavorato un anno nei laboratori del Massachusetts Institute of Technology, un robot «sociale» per i bambini autistici. Traguardo raggiunto per Mirko Gelsomini, dottorando a Ingegneria informatica che adesso nell’ateneo milanese, con il suo gruppo I3Lab, ha creato Ele, partendo dal modello dell’orsacchiotto Huggable già utilizzato negli ospedali. Adesso il suo elefantino con sensori, microfono, videocamera è più completo del companion robot americano perché può essere configurato e controllato dal medico e costa molto meno: cinquecento euro contro 10-15 mila.
«L’obiettivo era perfezionarlo e contenere i costi per poterlo produrre su larga scala e avere risultati importanti», dice il ricercatore milanese, 29 anni e laurea con lode al Politecnico, «prenotato» dalle università degli Stati Uniti in cui ha studiato, dal Georgia Institute of Technology ad Atlanta, al Mit. Per adesso Gelsomini rimane qui. «Credo in questo progetto». Anche se più offerte sono arrivate. «Compreso il Mit dove ero impegnato nel gruppo Personal Robot del Media Lab. Lì ci sono più risorse per la ricerca e avrei uno stipendio di seimila euro al mese, mentre qui vivo con la mia borsa di dottorando da milleduecento euro. Nessun dubbio però. Per loro conta arrivare primi su un progetto e brevettare anche se i costi delle tecnologie poi sono alti. Qui lavoriamo per vedere i risultati». E spiega: «Con il mio gruppo sviluppiamo tecnologie per bambini con bisogni speciali, dalle stanze multisensoriali fino ai robot come Ele che supportano il medico o il terapista. Ne stiamo completando uno per l’ospedale Fatebenefratelli e altri due li stanno già testando a Milano le associazioni l’Abilità e Fraternità e Amicizia». Racconta poi Gelsomini che è stato un anno «nel più grande laboratorio di robotica del mondo» grazie al progetto Roberto Rocca (che promuove la collaborazione fra i due atenei, 3 milioni di euro stanziati in 12 anni). E aggiunge: «Sono figlio di un pastore sardo e ho studiato all’istituto tecnico di un paese di provincia, l’Alessandrini di Vittuone. Agli studenti oggi dico che una buona preparazione ti può cambiare la vita».