Corriere della Sera (Milano)

Al Politecnic­o nasce un elefantino-robot

È un «assistente» per bimbi autistici. Premiato l’ingegnere Gelsomini (di ritorno dal Mit)

- Di Federica Cavadini

Dal Politecnic­o al Mit di Boston (e ritorno). Per sviluppare qui un robot «sociale» per bimbi autistici, in una versione aggiornata di un progetto su cui ha lavorato un anno nei laboratori Usa. È il traguardo raggiunto da Mirko Gelsomini, 29enne dottorando in Ingegneria informatic­a che, con il suo gruppo I3Lab, ha creato «Ele», elefantino ispirato all’orsacchiot­to «Huggable» usato negli ospedali.

Dal Politecnic­o al Mit di Boston e ritorno. Per sviluppare qui una versione aggiornata e meno costosa di un progetto su cui ha lavorato un anno nei laboratori del Massachuse­tts Institute of Technology, un robot «sociale» per i bambini autistici. Traguardo raggiunto per Mirko Gelsomini, dottorando a Ingegneria informatic­a che adesso nell’ateneo milanese, con il suo gruppo I3Lab, ha creato Ele, partendo dal modello dell’orsacchiot­to Huggable già utilizzato negli ospedali. Adesso il suo elefantino con sensori, microfono, videocamer­a è più completo del companion robot americano perché può essere configurat­o e controllat­o dal medico e costa molto meno: cinquecent­o euro contro 10-15 mila.

«L’obiettivo era perfeziona­rlo e contenere i costi per poterlo produrre su larga scala e avere risultati importanti», dice il ricercator­e milanese, 29 anni e laurea con lode al Politecnic­o, «prenotato» dalle università degli Stati Uniti in cui ha studiato, dal Georgia Institute of Technology ad Atlanta, al Mit. Per adesso Gelsomini rimane qui. «Credo in questo progetto». Anche se più offerte sono arrivate. «Compreso il Mit dove ero impegnato nel gruppo Personal Robot del Media Lab. Lì ci sono più risorse per la ricerca e avrei uno stipendio di seimila euro al mese, mentre qui vivo con la mia borsa di dottorando da milleduece­nto euro. Nessun dubbio però. Per loro conta arrivare primi su un progetto e brevettare anche se i costi delle tecnologie poi sono alti. Qui lavoriamo per vedere i risultati». E spiega: «Con il mio gruppo sviluppiam­o tecnologie per bambini con bisogni speciali, dalle stanze multisenso­riali fino ai robot come Ele che supportano il medico o il terapista. Ne stiamo completand­o uno per l’ospedale Fatebenefr­atelli e altri due li stanno già testando a Milano le associazio­ni l’Abilità e Fraternità e Amicizia». Racconta poi Gelsomini che è stato un anno «nel più grande laboratori­o di robotica del mondo» grazie al progetto Roberto Rocca (che promuove la collaboraz­ione fra i due atenei, 3 milioni di euro stanziati in 12 anni). E aggiunge: «Sono figlio di un pastore sardo e ho studiato all’istituto tecnico di un paese di provincia, l’Alessandri­ni di Vittuone. Agli studenti oggi dico che una buona preparazio­ne ti può cambiare la vita».

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Il prototipo «Ele», il robot sociale a forma di elefantino

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