Corriere della Sera (Milano)

I bagni? Pochi, gratis e sporchi

Gratuite ma abbandonat­e e sporche, pulite ed efficienti se a pagamento: viaggio tra le oltre duecento toilette sparse tra parchi, stazioni e metrò Il nodo dei subappalti esterni Amsa

- Landi

Trascurati, sporchi, a tratti indecenti, quelli pubblici. Dignitosi e ordinati, invece, quelli a pagamento. Viaggio tra gli oltre 200 servizi igienici sparsi per le vie e le piazze della città di Milano: 57 dei quali sono a postazione fissa e 180 con strutture temporanee.

Stazione di Porta Garibaldi: binario 13. Nonostante la macchinett­a del pedaggio batta cassa 50 centesimi, le porte sono spalancate. È pomeriggio, i bagni, 24 ore su 24, sono in funzione. «Ed già è una cosa buona», dice una pendolare nella prolungata attesa del suo treno per Torino. «Ce n’è un altro in sotterrane­a: costa 10 centesimi in più» dice. I bagni delle stazioni non sono mai stati un posto dove portereste volentieri i vostri figli. Per questo la Stazione Centrale è passata a wc privati, a pagamento. In zona biglietter­ie c’è il primo. Si entra attraverso un tornello: un euro per scremare gli ingressi. Non è comunque facile lavorare qui. «Servono gli attributi e una vocazione cosi», lascia intendere una storica guardiana del posto. Perché sono un classico i tentativi di superare in massa il tornello. Anche nel recente bagno aperto al binario 21 (quello gratis al 3 era talmente marcio che hanno fatto fatica pure a demolirlo). Ci sono le telecamere che monitorano la situazione (ma per privacy la zona interna resta buia), l’Italpol che fa visita ogni dieci minuti. Resta un problema: i bagni chiudono a mezzanotte. In metrò, invece, in Duomo come in Centrale, basta mettere una moneta da 20 centesimi nei bagni autopulent­i. Tendenzial­mente isolati, non sono tra le soluzioni più gettonate.

Nel resto della città, negli spazi pubblici, ci sono quelli che nel linguaggio tecnico vengono chiamati Sia: servizi igienici automatici e (con infinito ottimismo) autopulent­i. Quelli che in tono confidenzi­ale tutti chiamano bagni chimici. A Milano le postazioni fisse sono 57. A queste si aggiungono quelle mobili, che vengono installate dove e se c’è bisogno. Sono 68 le postazioni annuali, con altre 83 nel periodo che va da marzo a ottobre. Un totale di 151 a cui si assommano altre 29 location tra la metro di Cascina Gobba, via Cagni, Piazza Vetra, Pane Quotidiano in viale Monza e PalaSharp. Box verdi, tavolozza naturale per writer metropolit­ani, con l’assenza di sapone e il minimo (se va bene) di carta igienica, soprattutt­o in quello degli uomini. Il cattivo odore si fonde con quello devastante della candeggina.

A Milano i bagni pubblici sono gestiti dall’Amsa, che ha subappalta­to a una ditta esterna le pulizie. E qui si aprono gli interrogat­ivi: 180 postazioni sparse per la città sono troppe da tenere in condizioni igieniche accettabil­i? Un problema percepito in centro, ancora di più nelle periferie, dato che quando un bagno chiude, spesso rimane inaccessib­ile fino a data da destinarsi. I motivi sono diversi: l’ultimo, in via Benedetto Marcello è stato blindato dalla Questura per motivi di ordine pubblico, dato che era diventato un pie-daterre per le prostitute della zona.

Se lo chiedono due giovani mamme, passeggino alla mano, all’ingresso dei Giardini Pubblici. Davanti al Planetario invece alcuni studenti sono in disordinat­a fila per entrare a vedere le stelle. Il «Toilet Bus» ha appena fatto manovra. È un ex pullman di proprietà Atm, a cui Amsa e Comune di Milano hanno regalato una seconda vita risparmian­dolo alla demolizion­e. Tutto azzurro, due bagni per donne e altrettant­i per gli uomini, più lo spazio per invalidi attrezzato pure per cambio pannolini dei bebè. Apre le porte e allacciato l’alimentato­re al generatore elettrico, spegne il motore: profumo di buono, un benefit di inizio giornata. «Mi chiedono che fermate faccio, non tutti capiscono che non trasporto persone ma wc» racconta l’autista, che è anche addetto a Mocio e rifornimen­to carta igienica. Quello della toilet itinerante è il servizio più nuovo e meglio riuscito per consentire un degno servizio bagno in luogo pubblico. Un’idea importata dalla Cina. Attualment­e i mezzi sono due (uno per la verità è ai box per restauro). Le stime ufficiali parlano di 20 mila utilizzato­ri in neanche un anno. Il livello di igiene è sorprenden­te. Viene il dubbio che molti non capiscano nemmeno che si tratti di una toilette. L’idea era quella di costruire un bagno itinerante che seguisse, senza turbare l’arredo urbano, i grandi eventi made in Milano: Fuorisalon­e, Orticola o i concertoni a San Siro. Nell’ordinario fa tappa ai Giardini Montanelli dove è un lusso se paragonato ai due wc chimici travolti da mosche all’ombra di niente. Pure quello destinato agli invalidi è un campo di battaglia. Ma qualcosa proprio da queste parti si muove: a breve scomparira­nno e all’interno dei giardini apriranno a spese dei gestori del Bar Bianco due nuovi wc per gli utenti del parco.

Forse alla fine in Italia la gente si è abituata male. Meglio non sfidare la fortuna e ordinare un bicchiere d’acqua frizzante al bar per guadagnars­i un passaggio al bagno. E se è notte, e non c’è un’anima viva in giro, far buon viso a cattiva sorte e decidere se resistere a oltranza oppure trovare alternativ­e sufficient­emente efficaci.

 ??  ?? Itinerante Il toilet bus dell’Amsa
Itinerante Il toilet bus dell’Amsa
 ?? (foto Porta) ?? Nel verde
Sopra bagni chimici nei Giardini Montanelli, a fianco il «Toilet Bus» itinerante e, sotto, un interno dell’ex pullman dell’Atm che, oltre ai wc, ha anche uno spazio-bebè per il cambio pannolini
(foto Porta) Nel verde Sopra bagni chimici nei Giardini Montanelli, a fianco il «Toilet Bus» itinerante e, sotto, un interno dell’ex pullman dell’Atm che, oltre ai wc, ha anche uno spazio-bebè per il cambio pannolini
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy