Terzo settore, Pirellone contro la riforma. L’accusa delle onlus
Legge nazionale alla Consulta: non siamo stati interpellati. Il Forum: incomprensibile, ritirate il ricorso
La Regione dà l’altolà alla riforma del Terzo settore. Il Pirellone si è sentito tagliato fuori dall’iter che ha costruito i decreti per la rivoluzione del settore e ha deciso di fare ricorso alla Consulta. Un atto più politico che d’effetto pratico: il provvedimento infatti non è accompagnato dalla richiesta di sospensiva e non ci saranno rallentamenti nell’applicazione della nuova legge. Ma il suono è quello di un avvertimento, che giunge in un clima già elettorale: qualsiasi norma che modifica il corso del Paese, sembra essere il messaggio della giunta guidata dal governatore Roberto Maroni, non può prescindere dal coinvolgimento delle Regioni e in particolare della Lombardia.
La decisione di presentare il ricorso alla Corte costituzionale è stata presa dalla giunta Maroni il 29 settembre scorso. Nel mirino il nuovo codice del Terzo settore (Cts), in particolare gli articoli del decreto legislativo 117/2017, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 3 agosto scorso, che fanno riferimento ai centri di servizio del volontariato e alle relative competenze dell’organismo nazionale di controllo. «Non siamo stati consultati nella stesura della legge; questo modo di procedere non è accettabile in materie così delicate», spiega l’assessore Francesca Brianza (Lega).
Per il Forum del Terzo settore della Lombardia e Csv net Lombardia il ricorso del Pirellone è una scelta «incomprensibile», soprattutto alla vigilia dell’avvio dei quattro tavoli permanenti di approfondimento sui decreti della riforma (nuovo codice, disciplina del Cinque per mille, Impresa sociale e Servizio civile) la cui istituzione è prevista proprio oggi in Regione. «È come minare le fondamenta di questo lavoro, stiamo operando insieme e non siamo neanche stati consultati sul ricorso», dice Sergio Silvotti, portavoce del Forum della Lombardia. «Questo ricorso —scandisce Silvotti — per noi è incomprensibile, anche perché insiste su un punto, quello relativo alla riforma dei centri di servizio, che più di tutti ha avuto il coinvolgimento dei diretti interessati. Viene spontaneo allora chiedersi quali siano gli interessi che il ricorso intende tutelare». Ecco perché il Forum del Terzo settore Lombardia e Csv il 5 ottobre ha inviato una lettera aperta alla Regione, esprimendo «rammarico» per una «decisione presa senza alcuna comunicazione preventiva» e chiedendo il ritiro del ricorso. «Peccato! —scrive il Forum — Noi comunque ci siamo e continueremo a lavorare insieme sull’attuazione della riforma. Certo, non dispiacerebbe se il ricorso fosse ritirato».