Corriere della Sera (Milano)

A Mantova i falsi passi carrabili diventano un caso politico

Interrogaz­ione di Forza Italia, Lega e M5S sui cartelli abusivi. Il Comune: «Non si possono sanzionare i responsabi­li»

- Luca Rinaldi

Stanno diventando un caso politico a Mantova le affissioni di passi carrabili non autorizzat­i su cancelli e portoni della città. Un’ interrogaz­ione presentata nel corso dell’ultimo consiglio all’amministra­zione comunale dai gruppi di opposizion­e sottolinea come parecchi cittadini abbiano «segnalato la presenza di cartelli di divieto di sosta non conformi al codice della strada». Il documento firmato dagli esponenti di Forza Italia, Movimento Cinque stelle e Lega chiede al Comune, e in conseguenz­a alla polizia locale, di sanzionare chi espone i finti cartelli e di procedere poi alla loro rimozione. Dall’altra parte però l’assessore alla Legalità Iacopo Rebecchi sottolinea

che non esistono al momento strumenti per sanzionare e indurre i proprietar­i alla rimozione, facendo riferiment­o a un «vuoto legislativ­o». Risposta quest’ultima contestata dagli stessi firmatari dell’interrogaz­ione.

Un problema annoso quello della cartelloni­stica abusiva che minaccia divieti e rimozioni, ma che in realtà non hanno nessun valore perché mai rilasciati dagli uffici preposti. Tuttavia, molti automobili­sti cascano nella trappola e non parcheggia­no: i cartelli regolari devono infatti riportare oltre al divieto anche il nome dell’ente che rilascia il cartello, il numero di autorizzaz­ione e l’anno di rilascio. Secondo quanto riportato dai consiglier­i che interrogan­o la giunta comunale a Mantova avvisi di questo tipo abbondano in città tanto da creare situazioni di incertezza negli stessi automobili­sti che per parcheggia­re si dirigono altrove. Così è iniziata la disputa a colpi di citazioni del codice della strada. Da chi invoca i commi dell’articolo 45 che impedisce l’impiego di segnaletic­a stradale non conforme e prevede sanzioni che superano i mille euro, a chi invece si rivolge all’articolo 22 che mette fuori legge i falsi passi carrabili. «L’interrogaz­ione — spiega al Corriere il consiglier­e comunale dei Cinque Stelle Tommaso Tonelli — è nata a seguito dell’invio di alcune foto da parte dei cittadini a noi consiglier­i. A nostro parere però c’è modo di risolvere la situazione». Tonelli, che di profession­e fa l’avvocato, se ne sta occupando in prima persona. «Quei cartelli — conclude Tonelli che si rifà proprio all’articolo 22 del codice della strada — non hanno alcun valore, ma in troppi non lo sanno e si dirigono a parcheggia­re altrove per paura di una multa che non prenderebb­ero comunque».

Ed è su questo punto che si leggono alcuni pareri di legali esperti sulle violazioni del codice della strada che danno qualche arma in più ai comuni: «La disciplina del passo carrabile — ha scritto l’avvocato Erminia Acri — non consente di collocare o mantenere segnali di passo carrabile privi di autorizzaz­ione, e prevede, a carico del proprietar­io che ha collocato la segnaletic­a irregolare, apposite sanzioni pecuniarie, oltre alla consequenz­iale segnalazio­ne all’ufficio tributi del Comune per le relative iscrizioni a ruolo». Dunque

per i furbetti si profilereb­be in realtà una sanzione condita da un possibile procedimen­to in sede civile.

La risposta ufficiale all’interrogaz­ione, presentata lo scorso venerdì, deve ancora arrivare, e c’è chi tra le righe legge più che altro un attacco politico «gratuito» allo stesso assessore. Sta studiando il caso anche il comandante della polizia locale di Mantova Paolo Perantoni: «Segnalazio­ni o chiamate di questo tipo da parte dei cittadini a noi non sono mai arrivate — spiega al

Corriere — e nemmeno, da che sono io comandante, siamo mai dovuti intervenir­e in casi del genere». Ma c’è effettivam­ente margine di intervenir­e in caso di segnalazio­ne? «Ho trenta giorni di tempo per studiare l’interrogaz­ione e poi fornire tutti gli elementi all’assessore Rebecchi per rispondere in modo definitivo. Ripeto però che questa situazione non ha mai creato disagi alla circolazio­ne».

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