L’assalto al metrò costa 3 mila euro
Negli ultimi anni il Comune ne ha incassati 100 mila
La loro trasferta milanese era partita a fine febbraio da Valencia e Granada. Tre ragazzi spagnoli con negli zaini il kit del perfetto writer: dozzine di bombolette spray, oltre a cellulari e macchine fotografiche per filmare le loro incursioni nei tunnel della metropolitana. Il più giovane, di 24 anni, è identificato e denunciato a piede libero; gli altri due, di 27 e 29 anni, sono invece arrestati in flagranza dagli agenti della sicurezza di Atm e dalla polizia locale dopo un inseguimento nel deposito della linea gialla a San Donato Milanese.
Ieri la coppia di writer è stata condannata dal Tribunale a risarcire sia il Comune sia l’azienda di Foro Buonaparte. In totale: poco meno di 3 mila euro. Una somma che si va ad aggiungere agli oltre centomila euro che Palazzo Marino ha raggranellato negli ultimi anni dalle condanne, dai patteggiamenti e sotto forma di rimborsi delle spese legali. Per i due graffitari, condanna di due mesi con sospensione della pena e confisca delle bombolette spray. Ma la richiesta era molto più alta: un anno di reclusione, a seguito del reato derubricato dall’iniziale danneggiamento aggravato al più semplice imbrattamento. Il giudice ha concesso agli imputati le attenuanti del risarcimento (1.459 euro al Comune e altrettanti ad Atm) e quelle generiche. Il risultato è stata la sospensione e non menzione della pena.
Il primo obiettivo del loro blitz, nella notte tra 28 febbraio e 1° marzo, era stato un treno della M2 a Gorgonzola. Tutto rapidissimo: colpi di vernice e tag davanti alle lenti delle telecamerine sfoderate per registrare l’impresa, e poi via verso un nuovo bersaglio. Si spostano sulla linea gialla, dove fanno in tempo a tracciare quattro grossi «pezzi» (graffiti) sui vagoni. Sono passate da poco le 4 quando vengono infine intercettati dalla security di Atm. Provano a scappare ma, con l’arrivo dei vigili, finiscono accerchiati e fermati. Il tour vandalico si chiude con un (allora) inedito: divieto di avvicinarsi a qualsiasi linea e fermata del metrò per 48 ore. È di fatto la prima applicazione in Italia del «Daspo urbano», la sanzione prevista dall’ultimo decreto sulla sicurezza.
Negli ultimi quattro anni il lavoro certosino dell’Unità tutela decoro urbano della Polizia locale — catalogazione delle tag, indagini in Rete, analisi del traffico telefonico — ha portato a 250 perquisizioni, con 400 persone indagate, e oltre 13 mila ore di attività socialmente utili a favore del Comune.