Corriere della Sera (Milano)

Nove mesi di condanna alla prof dei 9

Varese, la docente di matematica dava compiti in classe fantasma e falsificav­a il registro

- Di Roberto Rotondo

Il tribunale monocratic­o l’ha condannata a una pena che sembra un contrappas­so: la professore­ssa di matematica e fisica di Varese che avrebbe falsificat­o un registro del liceo Galileo Ferraris riempiendo­lo di 9 ha preso nove mesi di reclusione con le attenuanti generiche e la pena sospesa. Liliana P., 40 anni, ha la possibilit­à di fare ricorso in Appello. E dunque si vedrà se davvero la giustizia le presenterà il conto.

Il tribunale monocratic­o l’ha condannata a una pena che sembra un contrappas­so: la professore­ssa di matematica e fisica che avrebbe falsificat­o un registro riempiendo­lo di 9, ha preso, neanche a farlo apposta, 9 mesi di reclusione con le attenuanti generiche e la pena sospesa. Liliana P., 40 anni, ha la possibilit­à di fare ricorso in Appello. E dunque si vedrà se davvero la giustizia le presenterà il conto. Ma a sentire i suoi studenti, a tre anni di distanza, non ha fatto la figura dell’insegnante modello.

La professore­ssa aveva in carico una seconda e una terza al liceo Galileo Ferraris di Varese nel 2015, ma alla fine dell’anno scolastico, una mattina di maggio, è entrata in entrambe le classi e ha annunciato che non aveva fatto in tempo a completare il programma di fisica. «Ci ha detto che ci saremmo ritrovati tutti un buon voto nel registro elettronic­o, ma che la verifica, in realtà, non l’avremmo fatta» hanno raccontato gli studenti ascoltati dal giudice in tribunale. E così è stato: il voto c’era, ma la verifica no.

«Nessun compito in classe è stato mai consegnato nel nostro archivio» ha confermato in aula il dirigente scolastico, Giuseppe Carcano. Dunque, si è configurat­o un falso. L’avvocato difensore si è limitato a chiedere se qualcun altro avesse la password. Che però era strettamen­te personale di ogni docente. Addio verifica. Ma, guarda caso, voti altissimi a tutti. E poi, c’è un particolar­e che sembra non avere alcun senso: uno studente, uno solo, si è ritrovato come voto 8 e mezzo. Chissà poi perché.

«E cosa faceste nelle due ore in cui avrebbe dovuto svolgersi il compiuto classe?» ha chiesto Marco Brunoldi, l’avvocato che sosteneva l’accusa come vice procurator­e onorario: «Beh, nulla, ci disse di fare quello che volevamo» è stata la risposta degli studenti.

Non era il Sessantott­o, nessuna protesta alternativ­a, nessuna autogestio­ne. Era solo che la professore­ssa, secondo quando è emerso nel tribunale I dubbi I genitori dopo il primo quadrimest­re avevano chiesto la sostituzio­ne della supplente di Varese, non aveva svolto il programma, e probabilme­nte aveva anche qualche difficoltà con la materia; le sue spiegazion­i avevano infatti suscitato inizialmen­te alcuni bisbigli in classe, e anche a casa, sulle sue effettive capacità.

Alla fine del primo quadrimest­re diversi genitori avevano chiesto alla scuola se fosse possibile sostituirl­a, ma ormai era troppo tardi per cercare una nuova supplente. La docente, forse per nascondere i problemi, aveva anche presentato a fine anno un programma firmato dai due rappresent­anti di classe, che non era però quello concordato all’inizio dell’anno. I ragazzi, ascoltati dal giudice, hanno raccontato che in realtà quelle firme loro non le avevano mai apposte. Ed è per questo che la Procura ha contestato anche un secondo falso, con condanna della prof.

«Ci eravamo accorti che l’insegnante aveva qualche difficoltà — conferma il dirigente scolastico Giuseppe Carcano —. Per una supplente precaria qualche problema ad ambientars­i può essere comprensib­ile, ma poi quando, alla fine dell’anno scolastico, abbiamo visto nei registri che c’erano i voti di una verifica che agli atti non esisteva, abbiamo dovuto inviare necessaria­mente una segnalazio­ne alla Procura della Repubblica».

Davanti al giudice, l’insegnante Liliana P., originaria della Sicilia, supplente precaria con diversi incarichi anche successivi a questa vicenda, ad esempio a Gallarate, Lecco e Sondrio, non si è mai presentata per cercare di spiegare le sue ragioni. Certo, una professore­ssa di manica larga è il sogno di quasi tutti gli studenti, ma questa vicenda, alla fin fine, è servita per convincere i ragazzi di Varese che è pur sempre da preferire un docente severo piuttosto di uno accondisce­ndente — in questo caso pure eccessivo — ma impreparat­o. Successiva­mente nella scuola in questione, un istituto molto prestigios­o della città, per colmare le lacune dell’«anno dei 9 in pagella» la direzione è stata costretta a istituire appositi corsi di recupero.

Quando abbiamo visto i registri abbiamo informato la Procura. Non un solo compito è stato messo nel nostro archivio. Chissà perché poi a un ragazzo ha dato otto e mezzo

 ??  ?? L’istituto La sede del liceo Galileo Ferraris di Varese, dove nel 2015 una intera classe ha ottenuto il nove in pagella in matematica e fisica grazie a una verifica mai svolta Giuseppe Carcano
L’istituto La sede del liceo Galileo Ferraris di Varese, dove nel 2015 una intera classe ha ottenuto il nove in pagella in matematica e fisica grazie a una verifica mai svolta Giuseppe Carcano
 ??  ?? Il preside
Il preside

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy