Corriere della Sera (Milano)

Ahmad, cameriere medico che ha salvato due passanti

- Di Barbara Gerosa

LECCO Ahmad Dheini ha 22 anni, libanese, lavora come cameriere nel ristorante del fratello per pagarsi il corso di laurea in Medicina all’ospedale Luigi Sacco, sede didattica della Statale di Milano. Ahmad non si sente un eroe: «Ho fatto quello per cui mi sto preparando e che vorrei in futuro diventasse la mia profession­e», racconta mentre gli esercenti di via Bovara, una strada stretta e lunga nel cuore di Lecco, lo abbraccian­o dopo che per la seconda volta in due mesi ha salvato la vita ad una persona. Stava servendo un piatto di hummus venerdì pomeriggio quando ha sentito gridare il suo nome. «Ahmad, Ahmad, corri, una ragazza si è sentita male, è svenuta, non respira!». Lui ancora una volta ha fatto il suo dovere. Ha soccorso la donna in preda ad una crisi epilettica, l’ha messa in posizione di sicurezza perché non soffocasse, le ha misurato il battito e atteso l’arrivo dei medici. In agosto Ahmad aveva salvato un giovane di 26 anni che era stato ferito gravemente durante una banale discussion­e a due passi dal ristorante libanese. Colpito al collo con i cocci di una bottiglia da due balordi poi finiti in manette: «Era steso a terra, rantolava. Ho tamponato la ferita e cercato di bloccare l’emorragia prima con le mani, poi con il mio grembiule. Alcune settimane dopo quel ragazzo, ricoverato in prognosi riservata, è stato dimesso dall’ospedale. È venuto a trovarmi, siamo diventati amici», racconta l’aspirante medico. «Quello è stato davvero il mio primo incontro con la morte. Sono al quarto anno di medicina e mi è capitato di praticare alcune suture, ma mai nulla di simile». L’orgoglio si legge nello sguardo del fratello Fadel, che gestisce il ristorante aperto da meno di un anno. I genitori sono scappati dalla guerra in Libano nel 1989: Ahmad, le sue tre sorelle e i due fratelli, sono nati in Germania, poi dieci anni fa il lavoro del padre li ha portati a Lecco dove sono cresciuti e hanno studiato. «Mio nonno è morto per un problema cardiaco ed è stato in quel momento che ho deciso che sarei diventato un cardiochir­urgo. Ho sempre desiderato studiare medicina. Questa estate ho soccorso una ragazza in coma etilico in discoteca». Poi si schermisce: «Non vorrei che qualcuno pensasse che porto sfortuna. Quando accade qualche incidente io ci sono sempre. Lo chiamano in cucina, Ahmad deve servire gli ultimi tavoli.

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Libanese Ahmad Dheini in azione

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