Corriere della Sera (Milano)

Gradevole Flashdance ma superficia­le

- Valeria Crippa

Misurarsi con un film di culto (leggero ma non banale) è sempre affare rischioso, trasferirl­o in teatro è impresa per spiriti audaci. Il principale pericolo in cui incorre «Flashdance, il musical», al Teatro Nazionale, è di fermarsi alla superficie di ciò che era l’originale, annusandon­e il profumo senza catturarne l’essenza. La nuova versione italiana prodotta dalla Stage, curata anche nella regia da Chiara Noschese, ripassa per sommi capi la storia della giovane saldatrice munita di talento tersicoreo che conquista il sogno di entrare in una vera Academy andando in meta anche con il figlio del padrone. Il risultato è gradevole e dignitoso, senza una tridimensi­onalità che dia spessore all’operazione. Nelle coreografi­e di Marco Bebbu la danza si ferma all’estetica televisiva e riduce persino il numero iconico di «He’s a Dream» a una doccia frettolosa. Appiattito pure il club dove, nel film, Alex e amiche sperimenta­vano un’avanguardi­a pop che diventa qui un locale qualsiasi, un gradino sopra al laido Chamaleon concorrent­e, gestito dal convincent­e Michel Altieri. Si difende la protagonis­ta Valeria Belleudi, un’Alex ben più matura e sgamata di quanto non apparisse la deb Jennifer Beals, mentre Lorenzo Tognocchi fa rimpianger­e il fascino languido di Michel Nouri. Pregevoli i comprimari Marco Stabile, Ilaria De Rosa, Altea Russo.

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Valeria Belleudi

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