Autonomia, Maroni incassa il sì lombardo
Superata la soglia indicata dal governatore, il Veneto corre molto di più. Milano in controtendenza, picco a Bergamo
Oltre un lombardo su quattro è andato a votare al referendum per l’autonomia (i Sì sono il 96%). Nonostante i dati sull’affluenza trasmessi a singhiozzo, il risultato fissato dal governatore Maroni (34%) è raggiunto. Ma il futuro sfidante del Pd in Regione, Gori: «Risultato non esaltante». Dati sulle presenze trainati da Bergamo, Brescia e Lecco. Milano, maglia nera, si ferma al 30%.
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, è un buon risultato?
«È un dato rispettabile ma non esaltante. Qualche settimana fa Maroni diceva che sarebbe andata a votare la stragrande maggioranza di lombardi, e invece siamo ampiamente sotto il risultato del Veneto. E questo temo che non rafforzi le ragioni dell’autonomismo lombardo».
Senza referendum di autonomia regionale non avrebbe parlato nessuno.
«Si poteva fare diversamente. Si poteva andare a Roma col cento per cento dei voti delle forze politiche del Consiglio regionale e dei sindaci. Avremmo dimostrato maggior compattezza, guadagnando tempo senza sprecare soldi».
Maroni ha però invitato i sindaci del Pd alla trattativa a Roma col governo. Lo accompagnerete?
«Intanto spero che si abbia l’intelligenza di non essere frettolosi. Ora è necessaria la consultazione dei sindaci per capire i bisogni reali della regione e definire le materie da chiedere al governo. Per quanto mi riguarda, se Maroni vorrà intavolare una trattativa seria sulle competenze io ci sarò, se si pensa di andare a Roma con l’idea di dimezzare il residuo fiscale e altre trovate propagandistiche, beh, rimarrò a casa».
Si riuscirà a completare l’iter dell’autonomismo in questa legislatura?
«Non mi pare ci siano i tempi tecnici. Ma il tema dovrà ri- manere all’ordine del giorno. Da candidato del centrosinistra per la Regione, m’impegno a mantenerlo al centro del mio programma politico».
Bergamo si conferma la provincia più sensibile ai te- mi del regionalismo.
«A Bergamo molti elettori del centrosinistra sono andati a votare. Credo di aver interpretato un sentimento diffuso dicendo che, nonostante tutto, era giusto votare Sì».
Maroni utilizzerà questo risultato per la campagna elettorale?
«Non mi pare che ci sia molto da utilizzare, visto che il dato dei votanti è dieci punti sotto rispetto ai voti presi da lui nel 2013». Il voto elettronico era davvero necessario?
«È un regalo che ci hanno fatto i Cinque Stelle. In Veneto i risultati sono arrivati prima e hanno risparmiato 24 milioni di euro. Speriamo almeno che mantengano l’impegno di dare tutti quei tablet alle scuole».
Il dialogo Adesso bisogna ascoltare i sindaci senza fretta