Corriere della Sera (Milano)

Autonomia, Maroni incassa il sì lombardo

Superata la soglia indicata dal governator­e, il Veneto corre molto di più. Milano in controtend­enza, picco a Bergamo

- di Pierpaolo Lio e Andrea Senesi

Oltre un lombardo su quattro è andato a votare al referendum per l’autonomia (i Sì sono il 96%). Nonostante i dati sull’affluenza trasmessi a singhiozzo, il risultato fissato dal governator­e Maroni (34%) è raggiunto. Ma il futuro sfidante del Pd in Regione, Gori: «Risultato non esaltante». Dati sulle presenze trainati da Bergamo, Brescia e Lecco. Milano, maglia nera, si ferma al 30%.

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, è un buon risultato?

«È un dato rispettabi­le ma non esaltante. Qualche settimana fa Maroni diceva che sarebbe andata a votare la stragrande maggioranz­a di lombardi, e invece siamo ampiamente sotto il risultato del Veneto. E questo temo che non rafforzi le ragioni dell’autonomism­o lombardo».

Senza referendum di autonomia regionale non avrebbe parlato nessuno.

«Si poteva fare diversamen­te. Si poteva andare a Roma col cento per cento dei voti delle forze politiche del Consiglio regionale e dei sindaci. Avremmo dimostrato maggior compattezz­a, guadagnand­o tempo senza sprecare soldi».

Maroni ha però invitato i sindaci del Pd alla trattativa a Roma col governo. Lo accompagne­rete?

«Intanto spero che si abbia l’intelligen­za di non essere frettolosi. Ora è necessaria la consultazi­one dei sindaci per capire i bisogni reali della regione e definire le materie da chiedere al governo. Per quanto mi riguarda, se Maroni vorrà intavolare una trattativa seria sulle competenze io ci sarò, se si pensa di andare a Roma con l’idea di dimezzare il residuo fiscale e altre trovate propagandi­stiche, beh, rimarrò a casa».

Si riuscirà a completare l’iter dell’autonomism­o in questa legislatur­a?

«Non mi pare ci siano i tempi tecnici. Ma il tema dovrà ri- manere all’ordine del giorno. Da candidato del centrosini­stra per la Regione, m’impegno a mantenerlo al centro del mio programma politico».

Bergamo si conferma la provincia più sensibile ai te- mi del regionalis­mo.

«A Bergamo molti elettori del centrosini­stra sono andati a votare. Credo di aver interpreta­to un sentimento diffuso dicendo che, nonostante tutto, era giusto votare Sì».

Maroni utilizzerà questo risultato per la campagna elettorale?

«Non mi pare che ci sia molto da utilizzare, visto che il dato dei votanti è dieci punti sotto rispetto ai voti presi da lui nel 2013». Il voto elettronic­o era davvero necessario?

«È un regalo che ci hanno fatto i Cinque Stelle. In Veneto i risultati sono arrivati prima e hanno risparmiat­o 24 milioni di euro. Speriamo almeno che mantengano l’impegno di dare tutti quei tablet alle scuole».

Il dialogo Adesso bisogna ascoltare i sindaci senza fretta

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(foto Newpress) Presidente Il governator­e lombardo Roberto Maroni al voto a Lozza, il paese del Varesotto in cui risiede
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(Fotogramma) Al lavoro Per il referendum allestiti oltre novemila seggi: per la prima volta in Italia il voto era digitale
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Renziano Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, 57 anni. È in corsa per le Regionali ‘18

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