Bimba mai nata Una panchina per ricordarla
LA STORIA LA PANCHINA DEL CUORE Il ricordo dei genitori per una bambina mai nata: quando verremo qui lei sarà con noi
La targa è piccola e probabilmente passerà inosservata da chi si siederà su quel banco di legno appena installato nel grande prato della Fagianaia Reale nel Parco di Monza. «Alla nostra stellina Aurora — si legge —. Mamma Luana e papà Andrea Farina».
«Aurora è la nostra prima figlia — racconta con emozione Andrea che ha fortemente voluto regalare al parco due panche e un tavolo —, purtroppo al quinto mese di gravidanza i medici si sono accorti che era affetta da una patologia incompatibile con la vita, ma noi la vogliamo ricordare così in un luogo che ci è caro. Ogni volta che verremo al parco, faremo un pic nic insieme al nostro piccolo Leonardo, anche lei, in qualche modo, sarà con noi». Nel racconto di questa coppia che ora sorride a Leonardo di 16 mesi, c’è un pensiero che va spesso a quella «stellina» che è sempre con loro: «Se ripenso agli ultimi due anni della nostra vita — dice il papà — mi sembra tutto incredibile. Il matrimonio, la gravidanza, il dolore della perdita e la gioia di riuscire ad essere padre quando i medici ci avevano detto che non avremmo più potuto
avere figli. Una serie di emozioni forti e vere che hanno dato un nuovo senso alla nostra vita e ci hanno dato tanta energia per realizzare anche questo piccolo progetto». Un gesto semplice e poetico quello scelto da Andrea e Luana che si sono rivolti al Consorzio di gestione del parco e della reggia per capire come realizzare il loro desiderio: «Mi hanno spiegato che il parco e la reggia hanno un bando sempre aperto di ricerca sponsor a cui possono partecipare aziende, ma anche privati cittadini. Ho fatto una donazione e quando il banco è stato acquistato mi hanno chiesto se avessi un luogo preferito dove volessimo metterlo e non ho avuto dubbi». Quel grande prato vicino al Casino di caccia di Re Umberto è stato negli anni di fidanzamento il luogo preferito dalla coppia: «In settimana non c’era molto tempo per vedersi, ma il sabato mattina avevamo un nostro rito semplice: un pollo allo spiedo al mercato di Vedano e una passeggiata nel verde fino a questo prato».
È proprio negli anni di fidanzamento che Andrea, 46 anni, libero professionista e Luana, ristoratrice, hanno imparato ad amare il parco: «Un luogo splendido che deve essere mantenuto e valorizzato — spiega Luana —. Purtroppo abbiamo spesso visto panchine e cestini rotti o imbrattati». La coppia non vuole pubblicità per questo gesto ma ha accettato di raccontare la propria storia per stimolare l’iniziativa individuale di altre persone che con un piccolo gesto possono contribuire a fare di questo grande parco, il più esteso polmone verde cintato d’Europa, un punto di riferimento non solo per i monzesi, ma anche per tutte le città limitrofe. «Noi speriamo che questo nuovo banco sia rispettato — dicono — e che altri giovani seguano il nostro esempio e che ci sia sempre più rispetto per le cose comuni e un più profondo senso di appartenenza al luogo in cui si nasce, si cresce e si vive. Invece di pasticciare un muro o incidere un cuore su un tronco non è meglio donare una panchina e magari dichiarare il proprio amore con una piccola targa?».
Un’idea che all’estero è già diffusa e, proprio al modello americano di Central Park, si è ispirato il Consorzio quando due anni fa ha lanciato il primo bando di ricerca sponsor: «Tutti possono partecipare e dare un contributo al parco — spiegano dagli uffici di cascina Fontana —: dall’acquisto di una pianta al restauro di alcuni edifici. Il banco di Aurora è il primo dono da privati cittadini e ci auguriamo che altri possano seguire il loro esempio». Per partecipare a nuovo bando di ricerca sponsor c’è tempo fino al 29 ottobre (info www.reggiadimonza.it nella sezione bandi). In particolare si cercano sponsor per organizzare eventi artistici e concerti nei giardini, per il restauro di due comò della Regina Elena e altri arredi degli appartamenti reali, per la manutenzione del percorso botanico, per l’acquisto di fertilizzanti e per il ripristino delle ex biglietterie dell’ippodromo.
«Prima di sposarci avevamo un rito: ogni sabato ci incontravamo su questo prato»