Corsa a due velocità di valli e capoluogo Picco nella Bergamasca
Cosa c’è dentro l’affluenza più alta dell’intera Lombardia? Nel dato della provincia di Bergamo (al 40% alle 19, difficilmente sotto il 45% alle 23) c’è la forza della Lega, ma c’è anche la complicata partita di Giorgio Gori, sindaco del capoluogo e candidato alla Regione. Solitario o quasi nel Pd a sostenere il referendum, mentre nel partito — dal ministro Maurizio Martina in giù — l’astensione prevaleva.
A Bergamo città, nonostante il sindaco si sia esposto, l’affluenza è più bassa (36,16%). «Effetto Gori? Al contrario, forse — dice l’assessore regionale Alessandro Sorte, di Forza Italia —. Basta guardare cosa è successo nel capoluogo. Non ha portato nessuno dei suoi a votare, ora è un candidato più debole». Analisi simile per Dario Violi, consigliere regionale del M5S che ha scritto materialmente il quesito referendario: «Il Pd ha detto di stare a casa, invece la gente ha votato. E in città, dove Gori si è esposto, i dati sono quelli che sono». Matteo Rossi, presidente della Provincia, è uno tra i pochi nel Pd ad aver condiviso la scelta di Gori e ribalta la lettura: «Sono convinto che il voto sia stato trasversale — dice —, il fatto che io e Gori ci siamo schierati ha avuto un peso». Il segretario provinciale, Gabriele Riva, non ha votato ma respinge l’idea di un Gori isolato nel partito: «Esce da questa campagna come un riferimento credibile». Ma qualche segno questo referendum nel Pd lo lascerà. Nel comune di Martina, Mornico, l’affluenza era già al 47%.
Se è complicato valutare l’effetto Gori, è più facile leggere una conferma della forza della Lega nel territorio. La provincia è la terra d’elezione del Carroccio, non solo per Pontida. La chiusura della campagna referendaria, alla Fiera di Bergamo, venerdì ha portato, con Bossi, Maroni e Salvini, duemila persone a una cena di autofinanziamento. «Abbiamo fatto la campagna con 5 mila euro, abbiamo ancora i conti bloccati. Questo ci preoccupava un po’. Ma ci sono migliaia di militanti che ci hanno messo l’anima», dice Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega. «La campagna porta a porta ha dato i suoi risultati», conferma Paolo Franco, segretario provinciale di FI.
Non è il Veneto, ma Bergamo, con paesi che hanno nettamente superato la soglia del 50% continua a rappresentare per la Lega — e per tutto il centrodestra — un crocevia decisivo. Lo sottolinea Sorte: «Abbiamo una forza che dovremo far valere per le prossime scadenze». Traduzione: Bergamo prenota spazi in Regione e in Parlamento.