Il blues onesto di Matt Andersen
«Quando ho iniziato non avrei mai immaginato che sarei arrivato a incidere dieci dischi, mi sento fortunato». Matt Andersen commenta così il tour che sta per portarlo per la prima volta in Italia. Domani il bluesman e chitarrista canadese presenterà alla Salumeria della Musica il suo repertorio, a partire dall’ultimo disco datato 2016, il suo decimo, appunto, dal titolo «Honest Man» (via Pasinetti 4, ore 21.30, ingresso gratuito). «L’ho realizzato con Commissioner Gordon, produttore noto per aver lavorato con Amy Winehouse, ma che ha seguito anche Lauryn Hill e altri, specializzandosi perlopiù in hip hop. Il che ha conferito all’album un suono più moderno rispetto a quello dei miei precedenti dischi, sono contento perché amo sfidare me stesso». Al blues si è avvicinato verso i 17 anni: «Da studente giravo per pub e c’erano questi concerti blues, ne respiravo l’energia. Da lì ho iniziato ad ascoltare Stevie Ray Vaughan, B.B. King, Eric Clapton. La forza di questo genere è che è onesto, ha ritmo, racconta storie». Candidato, proprio per «Honest Man», ai Juno Awards (gli Oscar della musica canadese) nella categoria «Roots & Traditional Album of The Year», Andersen confida: «La chitarra è parte di me. Il mio mito è John Fogerty, l’ex frontman dei Creedence Clearwater Revival».