Bisio torna al Rocky Horror «Il musical che amo di più»
Il comico narratore in smoking per il musical cult di O’Brien «Ma sotto l’abito sarò in guêpière»
«Niente calze a rete, non canto né ballo, mi vogliono in smoking, ma anche se non la vedete sappiate che sotto ho la guêpière!», Claudio Bisio da stasera è il narratore di «The Rocky Horror Show», il capolavoro di Richard O’Brien, in tournée europea con la regia di Sam Buntrock. Una dissacrante fiaba per adulti che a sciabolate di musica rock si diverte a infrangere i confini della «normalità» qui l’amore bisex e trans è protagonista; tutto avviene in una notte buia e tempestosa, quella in cui i due ingenui e imbranati fidanzatini Brad Majors e Janet Weiss, si trovano nel castello del bizzarro Dr. Frank’n’Furter durante l’annuale reunion dei Transylvani.
Un vero cult scritto per la scena nel 1973, visto da oltre 20 milioni di spettatori, leggendario anche nella sua versione cinematografica del 1975 diretta da Jim Sharman con una giovanissima Susan Sarandon. Ma «The Rocky Horror Show» è molto più di un successo internazionale, è l’unico musical del mondo dove i fedelissimi fans si presentano a teatro vestiti e truccati di tutto punto, pronti a commentare, cantare e ballare insieme ai protagonisti. In Italia il primo a farlo fu proprio Claudio Bisio. «Fu il mio saggio di canto alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi», ricorda l’attore all’epoca nei panni dell’ingenuo Brad. «Nel 1979 ero andato a Londra per vedere lo spettacolo, comprai subito gli spartiti e lo proposi alla mia insegnante come prova di fine anno. Fu in scena per due settimane, tra il pubblico c’era anche Antonio Sancassani, il direttore del cinema Mexico che poi ci propose la messa in sce- na. Ci divertivamo moltissimo, tra via Savona e Bergognone facevamo anche il corteo con tanto di bara da cui usciva Riff Raff. Quelle 50 mila lire furono il mio primo guadagno». Un debutto che segnò l’inizio della carriera di Bisio, «a scuola ci venne a vedere Gabriele Salvatores che mi scritturò per il suo Sogno di una notte di mezza estate in versione musical, e così per dieci anni mi trovai al teatro dell’Elfo».
Un ritorno dunque sulla «scena del delitto» irrinunciabile per Bisio, «Rocky Horror Show ancora oggi è il mio musical preferito, certo quarant’anni fa parlare di bisex e transessuali era molto più trasgressivo, ma sul tema dei diritti e dell’accettazione del diverso resta ancora molto da fare. Inoltre può essere uno spunto di riflessione sul Family Day e i vari Giovanardi, qui c’è una famiglia decisamente allargata, ma dignitosa, allegra e molto divertente».
Lo spettacolo in scena con la supervisione dello stesso O’Brien, è un’esplosione di energia, trucchi, gag e costumi, il tutto con un’orchestra dal vivo che incendia la platea a colpi di rock , uno show dove stare seduti è davvero difficile soprattutto quando si balla il «Time Warp». «Sono appena tornato da Colonia, il pubblico canta e balla per una buona parte dello show, e se questo accade nella Germania della Merkel, l’Arcimboldi non sarà certo da meno», commenta Bisio. Che infine butta là una possibile sorpresa: «venerdì prossimo dopo lo spettacolo, mi piacerebbe fare un’incursione con la compagnia al Mexico-The Rocky Horror House, per ora niente di sicuro, ma ho promesso al direttore che ci proverò».
Guadagnai le mie prime 50 mila lire facendo Brad al cinema Mexico