Corriere della Sera (Milano)

Un tram speciale attraversa la città sui luoghi di «Uomini e no» in scena al Piccolo Teatro Studio

Carmelo Rifici mette in scena «Uomini e no» di Vittorini con i neodiploma­ti della Scuola del Piccolo

- di Claudia Cannella

A trasporre per la scena il celebre romanzo di Elio Vittorini «Uomini e no» (1945) ci stavano pensando entrambi, ma a distanza. Quando lo hanno scoperto, il progetto ha preso forma ed è diventato la prima produzione del Piccolo Teatro per la stagione 2017-18. Con Michele Santeramo a firmare la drammaturg­ia e Carmelo Rifici la regia. In palcosceni­co, al Teatro Studio Melato da questa sera, 17 attori neodiploma­ti alla Scuola del Piccolo Teatro intitolata a Luca Ronconi (Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Alfonso De Vreese, Salvo Drago, Caterina Filograno, Yasmin Karam, Leda Kreider, Marta Malvestiti, Benedetto Patruno, Matteo Principi, Marco Risiglione, Elena Rivoltini, Livia Rossi, Martina Sammarco, Francesco Santagada, Sacha Trapletti, Annapaola Trevenzuol­i), stessa età dei protagonis­ti del romanzo. Al centro Milano: per Vittorini, siciliano, figlio di un ferroviere, città d’adozione; per Rifici, pure figlio di un ferroviere siciliano, città di nascita; per Santeramo, pugliese, luogo sempre capace di stupire. Come quel tram d’epoca diviso in due, che comsto pone la scena di Paolo Di Benedetto e che simbolicam­ente racconta la Milano ferita e occupata dai nazifascis­ti nel 1944. Lì si intreccian­o le azioni di Resistenza partigiana dei GAP, guidati da N2, con la sua tormentata vita sentimenta­le.

«Riscrivere per il teatro queuomini romanzo — dice Santeramo — è significat­o attraversa­rlo alla ricerca della tenerezza e dell’ingenuità di ragazzi che devono vivere i loro sentimenti, ancora acerbi eppure così pieni e densi, dentro un contesto che è quello delle strade occupate e della morte a ogni angolo. Sono che rivendican­o il diritto di essere uomini, superando le ideologie e le appartenen­ze». «Al di là del racconto sulla Resistenza e sul rapporto di Milano con il nazifascis­mo — aggiunge Rifici — la trama nascosta del testo che voglio emerga nello spettacolo è la percezione della scomparsa di un mondo. E se è vero che Milano rimane una città piuttosto sbalorditi­va, è altrettant­o vero che lo spettatore può domandarsi se quella vocazione a essere città “metafisica”, dove la gente, arrivando, ritrovava qualcosa di sé, esista ancora. Mi interessav­a stabilire un collegamen­to tra letteratur­a e vita, ma anche far percepire la differenza tra la Milano di Vittorini e quella odierna».

Due gli incontri previsti al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2, ore 17, ingr. libero) a corredo dello spettacolo: «Dalla Milano di Vittorini alle trasformaz­ioni urbanistic­he della ricostruzi­one» con Dino Gavinelli, Paolo Galuzzi e Giangiacom­o Schiavi (domani) e «Uomini e no» con Carmelo Rifici, Michele Santeramo, Edgarda Ferri e gli attori dello spettacolo (31 ottobre). Inoltre, sabato 4 e domenica 5 novembre, un tram speciale attraverse­rà i luoghi del romanzo con letture di brani ad hoc (partenza da Piazza Fontana, ore 17, 18.10, 19.20 e 20.30, prenotazio­ne obbligator­ia su www.piccolotea­tro.org).

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Milano 1944 Una scena dello spettacolo, ambientato come il romanzo nella città occupata dai nazifascis­ti

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