Corriere della Sera (Milano)

Investì compagna Minacce di morte

L’esistenza blindata di Natalia dopo l’incidente che è costato la vita alla 14enne

- Berni

Il 14 ottobre, a Vimercate, ha investito una compagna di scuola morta qualche giorno dopo l’incidente. Contro Natalia, 19 anni, indagata per omicidio stradale, sui social network si è scatenata una campagna d’odio: insulti e minacce di morte.

Chi invoca la «legge del taglione», chiamandol­a a chiare lettere «assassina». Chi si spinge oltre, minacciand­ola apertament­e di morte, o di ogni altro male possibile. Ad aggiungere altro dolore, in una vicenda che ne ha già regalato troppo, ci si mettono i soliti «leoni da tastiera», che vomitano odio e violenza verbale via social network. Il loro obiettivo è Natalia, la diciannove­nne brianzola indagata dalla procura di Monza per omicidio stradale e omissione di soccorso, per aver investito e ucciso una sua compagna di scuola, la giovane Stacey O., 14 anni. I destini di Stacey e Natalia si sono incontrati sabato 14 ottobre in via Galbussera, a Vimercate. Natalia è al volante della sua Opel Agila. Stacey, insignita di recente di un premio per studentess­e meritevoli, è a piedi. Entrambe stanno andando a scuola, l’omnicompre­nsivo

Dieci giorni fa La ragazzina stava attraversa­ndo la strada sulle strisce quando fu travolta dall’auto

di Vimercate, dove frequentan­o rispettiva­mente il quarto, e il primo anno, in due istituti diversi. Le due non si conoscono. Stacey, sulle strisce pedonali, vola sul parabrezza. Natalia si ferma, terrorizza­ta, implora la vigilessa (una pattuglia arriva immediatam­ente dal vicino comando), di darle solo una notizia: «Dimmi che è ancora viva!». Poi il panico prende il sopravvent­o. Natalia monta in macchina, va a scuola, dove confessa tutto ai professori, in lacrime. Pochi giorni dopo, tramontano definitiva­mente le speranze per Stacey. Il cordoglio, giustament­e, è grande. In parrocchia, a scuola. Le società sportive locali. Tutti hanno un pensiero o una preghiera per la vittima. Gli stessi vigili sono ancora scossi al pensiero della cartella della vittima in strada, il diario coi cuoricini all’interno.

Ma c’è anche chi non dimentica l’altra ragazza. Insultando­la, e dando sfogo al peggior repertorio del cosiddetto mondo social. Da allora, Natalia ha chiuso il suo di mondo agli altri, schiacciat­a dal rimorso, oppressa dal senso di colpa. Additata come l’assassina. Alla gogna. Su di lei montano voci incontroll­ate: «La sera prima è stata a un rave party», si dice in giro. Falso: la sera prima era sì uscita, ma con mamma e papà. La sua immagine viene diffusa pubblicame­nte. Qualche amico prova a contattarl­a, per sapere come sta. Ma lei è chiusa in casa, e ripensa fino allo stremo a quel momento, in cui è precipitat­a in un dramma più grande di lei.

Chi la conosce, assicura che è una brava ragazza. Come Stacey, ha due fratelli. Come Stacey, che era di origini nigeriane, Natalia proviene da una famiglia immigrati, arrivati dal Sudamerica anni fa. Il padre fa il tecnico manutentor­e, la mamma lavora come infermiera. Ma entrambe sono nate e cresciute in Brianza, terra in cui le loro rispettive famiglie, col lavoro e i sacrifici comuni a tanti loro connaziona­li, hanno trovato piena realizzazi­one. Come le sue coetanee, Natalia ama la musica, e stare con gli amici. Pubblicava le sue foto sorridente su Instagram, Facebook, Snapchat. Lo stesso mondo che ora le ha mostrato il suo lato più cattivo. Adesso è tutto cancellato, un colpo di spugna nella vita di una ragazzina, che ha portato via la vita ad un’altra ancora più giovane di lei, che forse avrebbe potuto essere anche sua amica. Da oggi, secondo quanto riferito, Natalia intraprend­e

un percorso terapeutic­o, spinta dai suoi, e dal suo difensore, l’avvocato Greta Marchesi.

«È d’obbligo una premessa: portiamo naturalmen­te grande rispetto per la vittima e per i suoi parenti in questo momento tanto tragico — dice il legale —. Ma questa è una vicenda che ha rovinato due famiglie: la mia assistita è straziata, porterà sempre con sé un peso immenso». Sulla dinamica, invece, «i fatti vanno ancora accertati compiutame­nte, la giovane ha detto di essersi fermata e di aver assistito alla chiamata ai soccorsi effettuata sul posto dalla polizia locale». In virtù della nuova legge sull’omicidio stradale, se venisse confermata anche l’accusa di omissione di soccorso, in giudizio Natalia partirebbe da una pena non inferiore a 5 anni.

L’accusa La giovane alla guida è indagata per omicidio stradale e omissione di soccorso

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(Bennati) Soccorsi inutili L’incidente del 14 ottobre a Vimercate. La ragazza investita è morta pochi giorni dopo

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