LO SCIOPERO AVVOLTO DALLO SMOG
Ci risiamo. Un nuovo sciopero chirurgico, fatto per motivi che potrebbero anche basarsi su una richiesta comprensibile (non è il perché in discussione: il ruolo dei sindacati non va perso nella società moderna) ma con un modus operandi un po’ scivoloso. Dopodomani è la volta del Cub, la Confederazione unitaria di Base che ha proclamato uno sciopero generale nazionale. A Milano, nel pomeriggio, il blocco riguarderà anche la metropolitana. Premesso che il risultato sarà tutto da valutare visto che la rappresentanza è parziale, esistono pur sempre le questioni di principio da difendere. E quelle ambientali: nel fine settimana abbiamo vissuto lo spettro dell’inquinamento a livelli cinesi e solo un po’ di pioggia ci ha fatto respirare per qualche ora. La situazione è ancora critica. Lo stesso sindaco Beppe Sala ha detto che gli piacerebbe una Milano più «lenta». Un consiglio che farebbe bene a tutti quanti: quanto guadagneremmo in salute e riduzione dello stress muovendoci senza lo sguardo omicida di Vittorio Gassman alla guida di un’auto nell’intramontabile film «I mostri»? Il consiglio per tutti è stato saggio: ridurre l’uso dei mezzi privati. Dunque: è mai accettabile che proprio in questi giorni si arrivi a proclamare un blocco dei mezzi pubblici? Certo: tutti cercano visibilità. L’ultima volta era capitato anche con i vigili di Sesto San Giovanni in occasione di una storica visita del Papa. Ma qui in gioco c’è ancora di più. La nostra salute. Mandiamo in sciopero anche quella?