Corriere della Sera (Milano)

LA VIA LOMBARDA PER L’AUTONOMIA

Sviluppo, innovazion­e, istruzione, cura del territorio e dell’aria, previdenza e un diverso approccio a spese e investimen­ti Sono tra i temi della trattativa che verrà avviata con il governo

- A. Se.

La possibilit­à di pagare pensioni integrativ­e pubbliche, «una forma di risarcimen­to verso i nostri anziani che hanno lavorato per una vita e che hanno pagato le tasse più alte d’Europa». Oppure la gestione del patrimonio culturale, oggi «spezzettat­o tra mille burocrazie e sovrintend­enze». Stefano Bruno Galli, professore di Scienze Politiche, è l’uomo dell’autonomism­o maroniano, il consiglier­e regionale incaricato di lavorare alla bozza di risoluzion­e con cui la Lombardia si presenterà alla trattativa con Palazzo Chigi a Roma. Tra le 23 materie che la Regione chiederà in gestione esclusiva — e cioè tutte quelle previste dalla Carta — qualcuna è «più interessan­te» di altre, come ha ammesso lo stesso Maroni in aula. A ingolosire sono soprattutt­o le competenze che fanno riferiment­o a temi economici e fiscali: perché se è vero che la Costituzio­ne prevede che sia solo lo Stato a occuparsi di tasse, al Pirellone sono convinti che qualcosa possa essere rivisto, anche in materia di ripartizio­ne tributaria, attraverso la leva del regionalis­mo differenzi­ato. Tra le competenze «interessan­ti» ci sono allora la previdenza complement­are e il coordiname­nto della finanza e del sistema tributario». Potrebbe essere questo il grimaldell­o con cui aumentare la quota di imposte da mantenere sul territorio. «Sì al regionalis­mo differenzi­ato ma niente deleghe in bianco e soprattutt­o stop alla propaganda sui temi fiscali», l’altolà di Alessandro Alfieri a nome del Pd. Per Stefano Buffagni (M5S) le priorità sono «ambiente, dissesto idrogeolog­ico, sviluppo e istruzione. Siamo favorevoli a lavorare sulla finanza pubblica, ma il tema del residuo fiscale non può entrare in trattativa».

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