NAVIGLI MERINI SALE SUL PONTE
Non ci sarà bisogno di altre firme per Alda Merini. Non dovremo aggiungere altri nomi a quelli (oltre cinquemila) che hanno sottoscritto la proposta di dedicarle il ponte sui Navigli, lanciata con una lettera al Corriere da Arnoldo Mosca Mondadori. È arrivato l’impegno del Comune, a rendere possibile un omaggio alla poetessa che più di tutti ha rappresentato con amore e rabbia un luogo inscindibile dal sentimento di Milano. Quel ponte di ferro, dove la Merini andava a riprendersi la sua anima, con le immancabili velenose sigarette, da Ripa Ticinese, dove abitava, fino all’Alzaia, diventerà il ponte della poesia. L’assessore alla Cultura, Del Corno, ha preso in parola la richiesta, comunicando agli amici dell’Alda e al Municipio 6 la risposta positiva del Comune. Un segno di riconoscenza a una talentosa bohémienne la cui versatilità viene ricordata in teatro in questi giorni, ma anche un apprezzamento al valore della poesia, che Milano ha amato e continua ad amare. I Navigli così non saranno soltanto movida, bar, negozi e ristoranti. Saranno anche visioni, sogni, incantesimi per tutti quelli che, attraverso quel ponte di ferro, ritroveranno «i bagliori dell’altro mondo», come Giovanni Raboni aveva definito le poesie della Merini. Il decennale della scomparsa è vicino. Per quel giorno, dopo la casa museo, questo è il regalo più bello. Il ponte di Alda, immagine sospesa della creatività dove Milano è ancora poesia.