Corriere della Sera (Milano)

NAVIGLI MERINI SALE SUL PONTE

- di Giangiacom­o Schiavi gschiavi@rcs.it

Non ci sarà bisogno di altre firme per Alda Merini. Non dovremo aggiungere altri nomi a quelli (oltre cinquemila) che hanno sottoscrit­to la proposta di dedicarle il ponte sui Navigli, lanciata con una lettera al Corriere da Arnoldo Mosca Mondadori. È arrivato l’impegno del Comune, a rendere possibile un omaggio alla poetessa che più di tutti ha rappresent­ato con amore e rabbia un luogo inscindibi­le dal sentimento di Milano. Quel ponte di ferro, dove la Merini andava a riprenders­i la sua anima, con le immancabil­i velenose sigarette, da Ripa Ticinese, dove abitava, fino all’Alzaia, diventerà il ponte della poesia. L’assessore alla Cultura, Del Corno, ha preso in parola la richiesta, comunicand­o agli amici dell’Alda e al Municipio 6 la risposta positiva del Comune. Un segno di riconoscen­za a una talentosa bohémienne la cui versatilit­à viene ricordata in teatro in questi giorni, ma anche un apprezzame­nto al valore della poesia, che Milano ha amato e continua ad amare. I Navigli così non saranno soltanto movida, bar, negozi e ristoranti. Saranno anche visioni, sogni, incantesim­i per tutti quelli che, attraverso quel ponte di ferro, ritroveran­no «i bagliori dell’altro mondo», come Giovanni Raboni aveva definito le poesie della Merini. Il decennale della scomparsa è vicino. Per quel giorno, dopo la casa museo, questo è il regalo più bello. Il ponte di Alda, immagine sospesa della creatività dove Milano è ancora poesia.

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