Corriere della Sera (Milano)

«Giusto fare il tagliando»

I commercian­ti: «Pensare alla qualità delle giornate di ciascuno va bene Ogni decisione, però, sappia tener conto delle esigenze dei visitatori»

- Maurizio Giannattas­io

Una proposta inaspettat­a che merita un pit stop di riflession­e, se non un vero e proprio «tagliando», ma, secondo Carlo Sangalli, presidente di Confcommer­cio, gli orari devono restare elastici e flessibili.

Una proposta inaspettat­a che merita un pit stop di riflession­e, se non un vero e proprio «tagliando», ma gli orari degli esercizi commercial­i devono restare elastici e flessibili, altrimenti si rischia di penalizzar­e la vocazione turistica della città.

L’appello di Sala alla «riumanizza­zione» dei tempi della città ha colpito il presidente della Camera di Commercio e di Confcommer­cio, Carlo Sangalli. Non solo perché uno dei temi sollevati dal sindaco riguarda gli esercizi commercial­i, quelli aperti 24 ore al giorno («Per me, è un errore» aveva detto Sala) ma soprattutt­o perché riguarda la questione dello sviluppo futuro della città dove l’attività commercial­e svolge un ruolo sicurament­e non ancillare.

«La rivoluzion­e del rallentame­nto di Sala è una di quelle proposte che non ti aspetti. Ma proprio perché proviene dal top manager che ha vinto l’Expo di corsa e che oggi guida la smart city più veloce del Paese, è di grande interesse — dice Sangalli — Milano ha sempre bisogno di un pit stop, di un tagliando di riflession­e. Quando si corre sempre c’è, in effetti, poco tempo per pensare». A chi gli fa notare che Milano è sempre stata la città che non si ferma mai e proprio su questo ha costruito la sua identità, risponde che non vede nessuna contraddiz­ione: «Mi sembra di capire che il “rallentame­nto” lanciato dal sindaco sia legato alla gestione del tempo in termini di qualità e dunque di uno stile di vita più umano. Ovviamente senza nulla togliere a efficienza e produttivi­tà. Non è una contraddiz­ione, nemmeno dal punto di vista del mondo delle imprese».

Ma nello stesso tempo difende la liberalizz­azione degli orari introdotti dal Salva Italia dell’ex presidente del Consiglio, Mario Monti: «Vogliamo una città attrattiva a livello globale con ottimi servizi ma anche umana? La risposta sta nel pluralismo distributi­vo, nella capacità di diversific­are tempi e modi dell’offerta. I piccoli esercizi commercial­i non possono permetters­i di restare aperti 24 ore su 24. Soprattutt­o se a conduzione familiare. In occasione però di eventi straordina­ri gli orari possono essere più elastici. Per le imprese più strutturat­e la gestione del tempo ha limiti minori. Ma tutte le attività si devono confrontar­e con il mercato, con le regole e con la necessità di tempi, appunto, umani». Ossia, la differenza sulle aperture la fa il mercato, la legge della domanda e dell’offerta e la flessibili­tà è lo strumento per garantire che chi chiede e chi offre si incontrino.

«Milano è cambiata profondame­nte — continua Sangalli —. La città che in agosto si desertific­ava, oggi è più viva e accoglient­e con un’offerta in grado di rispondere alle esigenze di una clientela sempre di più internazio­nale. Certo, le periferie devono ancora essere ricucite e rilanciate per evitare il rischio di una crescita metropolit­ana troppo disomogene­a con isole di disagio sempre più estese. È l’ossessione di Sala che condividia­mo»

Lentezza e velocità possono coesistere, conclude il numero uno di Confcommer­cio: «Milano ha enormi opportunit­à di crescita grazie alla sua affermazio­ne progressiv­a a livello globale. Oggi nel mondo milioni di potenziali visitatori stanno scoprendo la nostra città che ha eccellenze straordina­rie, dal food, alla moda e al design . Una città-mondo, a misura d’uomo, capace di correre e di rallentare».

Vogliamo un territorio attrattivo, con ottimi servizi ma anche umano? La risposta sta nella capacità di diversific­are le modalità dell’offerta

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