Lodi, oste sparò al ladro Cade l’accusa di omicidio
Chiuse le indagini: «Eccesso di difesa». L’imputato: «Sono sollevato, fine dell’ incubo»
«Da quel maledetto dieci marzo ho ancora gli incubi. Mi sono tolto un macigno dal cuore». Per la Procura di Lodi Mario Cattaneo, l’oste di Gugnano che sette mesi fa uccise il ladro Petre Marin Ungureanu, non è più un omicida, ma un uomo che ha «ecceduto» nel difendere se stesso e la famiglia. Dopo le perizie balistiche, la Procura ha derubricato l’accusa da omicidio volontario a eccesso colposo di legittima difesa. A Milano presi quattro ladri «acrobati». Trovati soldi e 291 diamanti.
LODI «Da quel maledetto dieci marzo ho ancora gli incubi. Mi sono tolto un macigno dal cuore». Per la procura di Lodi Mario Cattaneo, l’oste di Gugnano che sette mesi e mezzo fa colpì a morte il ladro 32enne Petre Marin Ungureanu che lo stava derubando, non è un più un omicida, ma un uomo che ha «ecceduto» nel difendere se stesso e la famiglia. I carabinieri gli hanno notificato martedì la chiusura delle indagini della procura di Lodi che, dopo valutazioni e perizie balistiche ha derubricato l’accusa nei confronti del ristoratore da omicidio volontario a «eccesso colposo di legittima difesa». «Se sono felice?», sono le prime parole di Cattaneo. «Più che altro sono sollevato e un po’ frastornato. Quella notte mi ha rovinato la vita. Non me ne rendo ancora conto, ma è finito un incubo. Non potevo accettare di essere dipinto come un assassino: ero steso a terra, ferito, con un uomo che cercava di strapparmi di mano il fucile, il dito sul grilletto. Il colpo è partito accidentalmente. Non volevo sparare, solo difendermi».
Sono state le ultime due perizie — quella dei Ris di Parma a luglio e quella di parte firmata dall’ex comandante dei Ris Luciano Garofano e dal docente di balistica Marino Farneti a settembre — a convincere la pm Laura Siani che il «giallo di Gugnano» non è stato un omicidio. Il punto d’impatto del proiettile calibro 12 Bernardelli di Cattaneo con la scapola sinistra di Ungureanu avviene a circa 1,38 metri d’altezza, con un’angolatura dal basso verso l’alto e dunque compatibile con la versione di Cattaneo di un colpo partito da terra durante la colluttazione sull’ingresso posteriore dell’Osteria dei Amis con un membro della banda di romeni che gli avevano appena ripulito il locale. Nessuno dei complici di Ungureanu, trovato morto sul vialetto del cimitero, è mai stato trovato. «Sono parzialmente soddisfatto — afferma il legale di Cattaneo Vincenzo Stochino —, Cattaneo è sceso nel cortile con un fucile da caccia per tutelare sé e la sua famiglia e non con l’intenzione di fare fuoco. Il colpo è partito accidentalmente mentre lottava per evitare che il ladro gli strappasse l’arma di mano e la rivolgesse contro di lui. È chiaro che noi ci aspettavamo un’archiviazione e vogliamo evitare in tutti i modi che Cattaneo debba affrontare un processo, anche se non più per omicidio. Entro venti giorni presenteremo una memoria difensiva: questo capo d’imputazione non ha ragione di esistere».
Capo d’imputazione, quello dell’eccesso colposo di legittima difesa, dovuto anche alle «parziali contraddizioni» ravvisate dal procuratore di Lodi Domenico Chiaro nel primo interrogatorio all’oste di Gugnano dopo il fatto di sangue.
Ma Cattaneo è sicuro della sua versione: «Sono una persona forte, ma non c’è giorno che non continui a chiedermi che cosa ho fatto di male. Potevo morire, mi sono difeso, il colpo è partito per caso. Ora voglio solo tornare a vivere la mia vita, con la mia famiglia. Non posso neanche più andare a caccia, mi hanno sequestrato tutti i fucili. Poco male: vado a spasso con i miei quattro cani e faccio delle lunghe passeggiate nelle campagne. E continuo a ricevere dalla gente tantissime testimonianze di affetto e sostegno». Nel frattempo, ha deciso di proteggersi meglio. L’Osteria dei Amis, teatro della tragedia, ha ora un nuovo allarme e sistemi di sicurezza rafforzati. Il Comune di Casaletto gli ha dato una mano dotando la frazione di Gugnano di «telecamere intelligenti» agli ingressi in grado di leggere le targhe sospette. E da quel 10 marzo, di ladri in paese non se ne sono più visti.
Mario Cattaneo Quella notte mi ha rovinato la vita. Ho lottato per salvarmi, potevo morire io, non volevo uccidere
Non me ne rendo bene conto e non riesco ad essere felice, ma non potevo accettare di essere considerato un assassino