Corriere della Sera (Milano)

«Violenza sulla figlia» Assolto dopo 4 anni

- Di Gianni Santucci

Per quattro anni la vita di un padre, filippino, 41 anni, è stata definita da una serie di divieti: la figlia che lo aveva denunciato per molestie e violenza sessuale (all’epoca la ragazzina aveva 13 anni, era il 2013) portata in una comunità; decadenza della patria podestà per il genitore; obbligo di lasciare la casa (dove vivevano la moglie e le altre due figlie); divieto di avvicinars­i a qualsiasi luogo frequentat­o dalla figlia maggiore; incontri col resto della famiglia solo in luoghi protetti e sotto controllo delle autorità. Tutto avvenne a Busto Arsizio, la città in cui vive la famiglia, e dove un giudice del Tribunale, due giorni fa, ha assolto l’uomo per «mancanza o insufficie­nza delle prove che il fatto sia mai accaduto» o che lui l’abbia commesso. La ragazzina lo denunciò un pomeriggio di quattro anni fa quando scappò di casa, e confidò le violenze a un’amica, confermand­ole poi ai carabinier­i. Partì così un meccanismo che il padre, difeso nel processo dai legali Gennaro Colangelo e Simone Cacciatore, ha definito «un calvario» (solo nel 2015, due anni dopo la prima denuncia, l’uomo è tornato a casa con la moglie e le due bambine più piccole). Il padre ha sempre negato di aver violentato della figlia, e ha soltanto ammesso, come ha fatto anche la moglie, che in casa ci fosse una situazione conflittua­le, perché alla figlia maggiore veniva richiesto di studiare e aiutare in casa, e questo l’avrebbe fatta sentire «meno amata» rispetto alle sorelle: per questo avrebbe «inventato» le violenze. La ragazzina disse anche di essersi confidata con la madre, che però non le avrebbe creduto, e con una cugina, che avrebbe subìto gli stessi approcci da parte del padre. Entrambe le donne però, di fronte ai carabinier­i e ai magistrati, non hanno confermato i racconti della ragazzina. Il Gip che nel 2013 firmò il provvedime­nto che allontanav­a l’uomo da casa ritenne che entrambe le donne, per motivi diversi legati alla loro situazione personale, avessero mentito. Il giudice ha ora 90 giorni per depositare le motivazion­e dell’assoluzion­e, ma deve aver ritenuto che non ci siano stati riscontri alla denuncia della ragazzina. Il padre ha parlato soltanto di un «sollievo per essere stato assolto dopo quattro anni infernali, privato della dignità di uomo, della propria famiglia e della serenità nei rapporti in casa». Ad agosto scorso, uscita dalla comunità e affidata a una zia, la ragazzina è scappata ancora di casa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy