Antiche melodie ambrosiane
Il quinto e ultimo appuntamento del «Mese della Musica» esce dalle grandiose navate del Duomo per valorizzare la piccola chiesa adiacente di San Gottardo in Corte (via Pecorari 2, ore 19.30, ingresso € 2/5, tel. 02.72.02.33.75), un tempo cappella del Palazzo Reale. Stasera sarà lei ad ospitare la Cappella Musicale del Duomo guidata da don Claudio Burgio, attuale erede della plurisecolare tradizione dei maestri di cappella che hanno lavorato e composto per la principale chiesa milanese, da Michelangelo Grancini (autore ad esempio dello struggente «Dulcis Christe») a Migliavacca. Ed è proprio ripercorrendo la storia musicale che nei secoli ha accompagnato e arricchito la liturgia ambrosiana che Burgio ha attinto i brani in programma. Sotto il titolo «Cantate domino» le monodie arcaiche del canto ambrosiano, che ebbe uno stile tutto suo rispetto al canto gregoriano espressione della chiesa romana, precedono le polifonie che dal Rinascimento fino all’Ottocento riecheggiarono sotto le volte del Duomo. Si parte dall’inno «Aeterne Rerum Conditor» composto dallo stesso sant’Ambrogio, si passa dalle dotte creazioni rinascimentali e si arriva alle declinazioni barocche e ottocentesche della polifonia sacra attraverso i brani di Gaffurio, Palestrina, Grancini, Fioroni, Sarti e Quaglia.