Corriere della Sera (Milano)

IL CIRCOLO VIRTUOSO BILINGUE

- Di Giuseppe Bertagna

Nel 2000 erano poco più di due milioni i non cinesi che tentavano di imparare il mandarino. Nel 2017 sono 60 milioni. Nel 2000 la Cina vantava il 3,6% del Pil mondiale. Oggi è arrivata al 16,5%. Tutti a studiare mandarino per il futuro? No. I cinesi parlano anche inglese. E questa lingua, Brexit o no, resta lo strumento indispensa­bile, oggi, nel mondo, non solo per la ricerca scientific­a, ma anche per l’economia e lo sviluppo tecnologic­o. E noi come stiamo? L’85% dei giovani italiani dichiara di aver studiato inglese. Purtroppo non è detto che lo sappia. «Padronanza scolastica dell’inglese» è l’eufemistic­a espression­e che vuol dire proprio questo. Sono perciò da salutare con compiacime­nto tutte le iniziative che cercano di diffondere nelle nostre scuole la padronanza di questa lingua. Dal 2014 avrebbe dovuto essere a regime il Clil (Content and language integrated learning) in tutte le classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ovvero insegnare le discipline curricolar­i, dalla storia alla fisica alla matematica, in inglese. Purtroppo non è stato possibile assicurare un’estensione universale di questa opportunit­à per mancanza di docenti in servizio in grado di praticarla. Ben vengano dunque proposte come quelle del Berchet lo scorso anno e quest’anno del Curie Sraffa di costituire classi nelle quali i docenti italiani siano affiancati da docenti di madrelingu­a inglese nell’insegnamen­to delle discipline scientific­he per far acquisire a chi vuole il «Cambridge Igcse». In attesa di tempi migliori per tutti.

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