Corriere della Sera (Milano)

Adescava e ricattava sulla app per gay Le estorsioni ai danni di uomini sposati

In manette rapinatore senegalese di 37 anni. Almeno sei le persone ingannate su Grindr

- G. San.

Nella tarda mattinata del 16 ottobre scorso, un uomo, 30 anni, entra in una banca in zona via Washington per chiedere aiuto. È scosso, preoccupat­o. «Mi hanno rapinato al bancomat». Arriva la polizia. Alla Volante, il ragazzo racconta: «Un tizio è entrato in casa mia stamattina presentand­osi come fattorino di una ditta di spedizioni, una volta dentro ha iniziato a fotografar­e me e la mia abitazione. Mi ha ricattato, dicendo che avrebbe messo le foto su un sito di incontri. Ero terrorizza­to. Siamo scesi al bancomat e mi ha strappato i soldi che ho prelevato». I poliziotti hanno qualche dubbio, è una storia che non torna, troppi passaggi inverosimi­li. Ma non insistono.

Quattro giorni dopo, l’uomo che è stato rapinato entra nel commissari­ato «Porta Genova» e racconta un’altra versione: l’indagine dei poliziotti coordinati dal dirigente Manfredi Fava inizia appena chiusa quella denuncia. E ricostruis­ce una storia di (almeno 6, per il momento) rapine ed estorsioni. Ricatti contro uomini sposati, ma tutti agganciati su Grindr, la più famosa app per incontri omosessual­i.

Quella mattina del 16 ottobre, infatti, l’uomo aveva invitato in casa un ragazzo che si presentava online con una foto a mezzo busto, di colore, muscoli gonfi e definiti, una vistosa catenina al collo. Il ricatto era poi avvenuto come raccontato nella prima denuncia (aveva omesso soltanto il primo contatto). Così quel giorno stesso, appena la vittima esce dal commissari­ato, gli investigat­ori riprendono le immagini delle telecamere puntate sul bancomat della rapina e inquadrano la figura di un ragazzo di colore, un po’ zoppicante, una stampella, un giubbotto di pelle, una borsa a tracolla. Si mettono subito in strada: alle 5 del pomeriggio lo trovano proprio in via Washington e lo fermano. Scoprono che ha un precedente: Cheik Khadim Gaye, 37 anni, senegalese, venne arrestato già nel 2011 a Bergamo per aver rapinato un uomo che aveva conosciuto in chat (è stato condannato ed è rimasto in carcere per 4 anni in Sardegna).

Quel giorno è anche iniziata la ricerca di denunce per fatti simili, ma ancora non risolti. La prima risale ad agosto 2016: identica dinamica, a partire dal primo contatto. All’inizio l’uomo senegalese dettava alcune condizioni per l’incontro: che il suo compagno occasional­e fosse sposato, che fosse disposto a ospitarlo in casa, che non ci fossero pagamenti. E invece, appena entrato negli appartamen­ti, andava in bagno per accertarsi che nella casa vivesse anche una donna, e poi usciva con il telefonino, iniziava a fare foto e chiedeva qualche centinaio di euro per non pubblicarl­e sui siti di incontri. I poliziotti hanno rintraccia­to per ora sei casi di estorsione o rapina con certezza collegati a Cheik Gaye, ma sospettano che siano molti di più, e che a denunciare siano state soltanto alcune delle vittime.

Sembra che negli ultimi mesi l’uomo abbia ricattato anche un paio di militari delle forze armate americane.

 ?? I precedenti ?? Cheik Khadim Gaye, 37 anni, senegalese, è stato fermato dai poliziotti del commissari­ato «Porta Genova» nel pomeriggio del 20 ottobre scorso mentre camminava in via Washington. Nel 2011 era stato già arrestato a Bergamo
I precedenti Cheik Khadim Gaye, 37 anni, senegalese, è stato fermato dai poliziotti del commissari­ato «Porta Genova» nel pomeriggio del 20 ottobre scorso mentre camminava in via Washington. Nel 2011 era stato già arrestato a Bergamo

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