Corriere della Sera (Milano)

LO ZIO CHE INSEGNÒ A ORIANA IL GIORNALISM­O ESSENZIALE

- Alfredo Modigliani gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, mi piacerebbe che il Corriere ricordasse un suo vecchio giornalist­a che ha un cognome importante ma di cui si è sempre parlato poco: Bruno Fallaci. Il 29 ottobre in un piccolo paese del Piacentino, Casaliggio, verrà inaugurata una donazione intitolata a lui. Si tratta di una raccolta libraria con 2.500 volumi nelle scaffalatu­re originali, lasciata dalla moglie originaria di quelle parti. Bruno Fallaci era fiorentino come me, ma è stato un uomo importante della Resistenza e da giornalist­a ha il merito di aver incoraggia­to la carriera della famosissim­a nipote, Oriana. Sarebbe bello che intorno a questa libreria aperta a tutti i visitatori si sentisse anche un po’ della storia del mitico Corriere.

Caro Modigliani, confesso di avere sempre avuto una certa soggezione con il cognome Fallaci. Oriana era talmente impegnativ­a e totalizzan­te con il suo giornalism­o da oscurare chiunque. Anche il mitico zio. Di cui diceva: «Mi ha insegnato tutto. A ripulire la scrittura dai lustrini e dai fiocchi. Ad essere secca, come gli anglosasso­ni. A buttare via il superfluo…». Credo che Bruno Fallaci fosse l’unico di cui l’irriducibi­le Oriana avesse soggezione. Fu lui a chiamarla ad Epoca, di cui era diventato direttore, portando in quella mitica redazione altri giovani futuri direttori, come Enzo Biagi e Alberto Cavallari. Era nato a Firenze nel 1893. Famiglia modesta, pochi soldi e grande passione per il mestiere di scrivere. Studi interrotti, come molti di quei giornalist­i che si sono formati sul campo, con le frequentaz­ioni e i fermenti culturali. Giovanissi­mo redattore alla Nazione diretta da Aldo Borelli, arriva con lui in via Solferino nel pieno del ventennio fascista. È un redattore capo coi fiocchi, capace di destreggia­rsi tra censura e notizie. Con l’8 settembre passa alla clandestin­ità in Toscana, diventa uno dei capi della Resistenza e organizza il giornale partigiano. Dopo la Liberazion­e, mentre si discute se sopprimere la testata del Corriere per le collusioni con il fascismo e Salò, fonda con altri ex corrierist­i come Afeltra, Radius, Buzzati e Fini, il Corriere Lombardo. È un successo, ma il richiamo della foresta è più forte: il Corriere rinasce con Mario Borsa direttore e Bruno Fallaci è con Afeltra uno dei primi collaborat­ori. Questo il breve ricordo. Il resto si potrà conoscere frequentan­do la sua raccolta di libri. Perché Casaliggio, bassa Valtrebbia, adesso è un po’ della nostra storia. Del Corriere, intendo. Pensi che cosa si può fare con una donazione libraria…

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