LO ZIO CHE INSEGNÒ A ORIANA IL GIORNALISMO ESSENZIALE
Caro Schiavi, mi piacerebbe che il Corriere ricordasse un suo vecchio giornalista che ha un cognome importante ma di cui si è sempre parlato poco: Bruno Fallaci. Il 29 ottobre in un piccolo paese del Piacentino, Casaliggio, verrà inaugurata una donazione intitolata a lui. Si tratta di una raccolta libraria con 2.500 volumi nelle scaffalature originali, lasciata dalla moglie originaria di quelle parti. Bruno Fallaci era fiorentino come me, ma è stato un uomo importante della Resistenza e da giornalista ha il merito di aver incoraggiato la carriera della famosissima nipote, Oriana. Sarebbe bello che intorno a questa libreria aperta a tutti i visitatori si sentisse anche un po’ della storia del mitico Corriere.
Caro Modigliani, confesso di avere sempre avuto una certa soggezione con il cognome Fallaci. Oriana era talmente impegnativa e totalizzante con il suo giornalismo da oscurare chiunque. Anche il mitico zio. Di cui diceva: «Mi ha insegnato tutto. A ripulire la scrittura dai lustrini e dai fiocchi. Ad essere secca, come gli anglosassoni. A buttare via il superfluo…». Credo che Bruno Fallaci fosse l’unico di cui l’irriducibile Oriana avesse soggezione. Fu lui a chiamarla ad Epoca, di cui era diventato direttore, portando in quella mitica redazione altri giovani futuri direttori, come Enzo Biagi e Alberto Cavallari. Era nato a Firenze nel 1893. Famiglia modesta, pochi soldi e grande passione per il mestiere di scrivere. Studi interrotti, come molti di quei giornalisti che si sono formati sul campo, con le frequentazioni e i fermenti culturali. Giovanissimo redattore alla Nazione diretta da Aldo Borelli, arriva con lui in via Solferino nel pieno del ventennio fascista. È un redattore capo coi fiocchi, capace di destreggiarsi tra censura e notizie. Con l’8 settembre passa alla clandestinità in Toscana, diventa uno dei capi della Resistenza e organizza il giornale partigiano. Dopo la Liberazione, mentre si discute se sopprimere la testata del Corriere per le collusioni con il fascismo e Salò, fonda con altri ex corrieristi come Afeltra, Radius, Buzzati e Fini, il Corriere Lombardo. È un successo, ma il richiamo della foresta è più forte: il Corriere rinasce con Mario Borsa direttore e Bruno Fallaci è con Afeltra uno dei primi collaboratori. Questo il breve ricordo. Il resto si potrà conoscere frequentando la sua raccolta di libri. Perché Casaliggio, bassa Valtrebbia, adesso è un po’ della nostra storia. Del Corriere, intendo. Pensi che cosa si può fare con una donazione libraria…